9 ottobre 1967: muore il “Che”

9 ottobre 1967: Che Guevara, catturato l’8 ottobre,  fu ucciso nel primo pomeriggio del 9 ottobre 1967. Fu scelto a sorte tra alcuni volontari, Mario Terán, un sergente dell’esercito. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia, così da sparargli alla gola, ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata dai simpatizzanti racconta che Guevara ricevette diversi colpi d’arma da fuoco alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto e ostacolarne l’identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l’esecuzione sommaria del prigioniero. Il colpo di grazia al cuore, fu sparato da Felix Rodriguez. Guevara pronunciò diverse parole prima della morte.

Le sue ultime parole sarebbero state: «Addio figli miei, Aleida, Fidel fratello mio». Avrebbe accolto così il suo uccisore: «Lei è venuto a uccidermi. Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo». Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell’ospedale e mostrato alla stampa.

Germania, il crepuscolo degli dei

Deutschland über alles.

Le radici di una nazione, a volte, sono ben salde anche nel suo inno. La Germania lo sa bene.  A loro spese, anche gli altri paesi del mondo.

Per decenni la Germania è stato il modello da seguire, il campione che gonfia il petto e traina tutti.
Se ti sei abituato ad essere sul podio e da lì guardare tutti con sufficienza, puoi essere al massimo accusato di supponenza, di superbia. Continua la lettura di Germania, il crepuscolo degli dei