Quando il calcio era magia poteva capitare che un ragazzino con alcune problematiche come un leggero strabismo, la spina dorsale deformata, uno sbilanciamento del bacino, sei centimetri di differenza in lunghezza tra le gambe, il ginocchio destro affetto da valgismo mentre il sinistro da varismo, venisse ritenuto, in pratica, dalla commissione medica invalido e non adatto al calcio. Continua la lettura di GARRINCHA, DA BRUTTO ANATROCCOLO A MAGNIFICO UCCELLINO
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Storie di uomini e momenti. Quelle che pochi conoscono, che altri ricordano. Con un unico denominatore: il calcio
IL KAISER, OVVERO COME DIVENTO FAMOSO SENZA SCENDERE IN CAMPO
Da dove partiamo nel narrare questa storia di calcio che sembra una balla ma è ridicolmente vera?
Magari partiamo dalle parole di Ricardo Rocha, ex difensore brasileiro del Real Madrid e della nazionale carioca.
«Gli unici problemi Carlos ce li aveva con la palla. Diceva di essere un attaccante, ma non ha mai fatto un gol né un assist. Diceva sempre di essere infortunato. Se la palla andava a sinistra lui andava a destra e viceversa. Non aveva talento ma era un tipo simpatico. Tutti gli volevano bene»
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Ciao, Ninì
Non che lo avessi potuto ammirare come calciatore per le sue imprese sui campi di calcio, ma il suo ricordo è comunque legato alla mia infanzia.
L’ULTIMO GLADIATORE
Daniele De Rossi è partito per l’Argentina.
Per andare a giocare nel Boca.
Squadra magica, il Boca.
Uomo bravo e fortunato, Daniele De Rossi.
Che ha coronato molti dei suoi sogni calcistici. Continua la lettura di L’ULTIMO GLADIATORE
LA REGOLA DEL 12° MINUTO
11 luglio 1982.
Il giorno di Italia-Germania.
La Finale di Espana 82, quello che per me, a distanza di 37 anni e 9 edizioni, rimane il mondiale con il più alto tasso di valori tecnici presenti che io abbia visto. Continua la lettura di LA REGOLA DEL 12° MINUTO
GOD SAVE 5 JULY 1982
CUOIO E SANGUE. TRA IL SOGNO E I “VUELOS DE LA MORTE
Argentina.
200 km.
Tanto dista l’insenatura atlantica di Santa Teresita da Buenos Aires. Continua la lettura di CUOIO E SANGUE. TRA IL SOGNO E I “VUELOS DE LA MORTE
Scende la pioggia
Piove, stasera, a Roma.
Sull’Olimpico, sul Cupolone, sui cuori e negli animi del popolo giallorosso.
Piove. Continua la lettura di Scende la pioggia
Il greco
Io sono Scirea
IO SONO SCIREA
«Scirea brucia all’inferno»
La scritta infamante contro un mito come Gaetano Scirea, uomo prima che calciatore che va al di là dei colori indossati, è solo l’ennesima tragica testimonianza di come questo mondo, non solo nel calcio, stia decadendo.
La deficienza viene spacciata per autoritarismo, l’ignoranza per competenza, l’odio becero si traveste da passione.
Ecco, la passione.
Quella vera, per la tua squadra del cuore ma per il calcio in generale.
Perchè, per chi ama il calcio, la domenica (oggi sdoganata a spezzatino settimanale) è il giorno di un rito che non puoi svolgere da solo, con la tua squadra del cuore, ma hai bisogno della Juventus come della Ternana, di Traini come di Scirea.
Tutto e tutti contribuiscono a celebrare quel rito che non è fine a una singola partita, una singola squadra, ma a un mondo magico che si dipana attraverso le settimane, i mesi, gli anni.
Un mondo nel mondo.
La nostra vita, insomma.
Non è solo il goal del bomber della tua squadra a rendere meraviglioso quel mondo, ma parte fondante di quest’alchimia magica sono anche un tuffo strepitoso di un portiere, l’intervento arcigno di un difensore avversario, i cori bellissimi (non quelli discriminanti e razzisti, insulti veri all’intelligenza umana) delle tifoserie e i loro colori, gli aneddoti di presidenti e allenatori, persino l’errore dell’arbitro.
E giocatori come Gaetano Scirea, 16 stagioni da protagonista, piu di 500 presenze, un difensore mai espulso, un campione del mondo, sono un patrimonio di questo mondo, il nostro, quello di chi ha la passione per il calcio.
Il mondo del calcio senza passione è un deserto desolato, popolato solo di numeri, bilanci, dati contabili, cubature e sponsor, televisioni e tornei delocalizzati in nome del dio danaro.
E odio.
Questo non è essere sportivi, questo non è essere tifosi.
Avanti, adagio, fanculo a chi non si sente Gaetano Scirea.