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IN NATURA NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA. TRANNE L’UOMO IN RANA.

In natura le rane cambiano sesso a seconda delle circostanze riproduttive (mancanza di elementi maschili atti a accoppiarsi)
Altri animali, pesci e rettili presentano caratteristiche ermafrodite che permettono loro un cambio di sesso spontaneo o di fornirsi da soli di quanto serve per la riproduzione.
L’uomo no.
Almeno non ancora e non naturalmente.
Persone che diventano rospi e rane e viceversa, e quindi cambiare la loro sessualità riproduttiva sono argomenti di altri mondi: quelli delle favole.

Perché la natura è quella che regola questo mondo e quando la vuoi piegare ai tuoi bisogni, se ne ricavi grandi benefici nel breve periodo, nel lungo termine vai a pagare dazio.

Come ho detto in altri post sull’argomento, genetica, scienza e società devono porsi dei limiti laddove, come nel caso della continuazione della specie, non ci siano presupposti di necessità. Insomma tra i tanti problemi l’umanità non ha certo quello del crollo della fertilità, ad oggi.

Sì alla ricerca, no a legislazioni che vadano a porre rimedi a egoismi e ipocrisie in cambio di più′ che probabili mercificazioni.
In natura, come detto sopra, la continuazione della specie è perpetrata attraverso l’atto sessuale e, laddove ce ne sia bisogno, alcune specie animali (anfibi e rettili) sono predisposti geneticamente e spontaneamente al cambio di sesso per procreare.
L’essere umano no e questo vorrà dir pur qualcosa.

Io di uteri che si affittano, ovuli in comodato d’uso e di spermatozoi che vanno in giro a zonzo a cercare la casa per le vacanze non ne voglio sentire, sia per coppie etero che omosessuali.
Se di mia scelta (per gusti sessuali assolutamente non condannabili) mi nego, o mi è negata per altre problematiche naturali, la capacità di procreare, non è che aggirando le leggi della natura devo metterci una pezza.

Sopratutto in caso di scelta sessuale, se ti piace l’arcobaleno, devi mettere in conto di cantare per la pioggia e sporcarti nel fango.
Una società che preveda le donne similmente a incubatrici di persone facoltose (perché poi alla fine, stringendo stringendo, sul piano economico si va a finire, vedi esempio CR7 ) o gli uomini animali da monta in provetta, scegliendo persino i caratteri genetici come sulla tavolozza dei colori per stuccatori di piastrelle, è qualcosa che andrebbe rifiutata a priori e sopratutto dai movimenti femministi.

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Qui non c’entra niente il concetto di famiglia, che non può essere semplicemente relegato al sesso dei componenti.
Infatti non sono così categorico sulle adozioni: non sono convinto che una coppia omosessuale non possa educare altrettanto bene di una coppia etero un figlio adottivo, sia nei principi basilari che nei comportamenti sessuali.
Dopo tutto una persona omosessuale nasce e cresce nei suoi gusti cmq da genitori etero.
E ancora una volta è la natura che fa il suo corso.

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