IL NICCOLAI DEL PD.
Cosa hanno in comune il PD, il cazzaro toscano, la commissione banche e Comunardo Niccolai, storico stopper del Cagliari e della Nazionale italiana di calcio?
Seguitemi e ve lo spiego.
Innanzitutto ricordiamo chi è Comunardo Niccolai.
Nell’immaginario collettivo il suo nome è legato alle autoreti che ha collezionato con i rossoblù sardi.
Tuttavia l’episodio più celebre e singolare al riguardo non fu un’autorete, ma un tentativo di autogol, fallito ma sfociato in un rigore contro, avvenuto il 13 febbraio 1972 verso la fine della partita Catanzaro-Cagliari (18ª giornata del campionato di calcio 1971-1972).
Al 90′ il Cagliari stava vincendo a Catanzaro per 2-1 e la squadra locale stava tentando, in uno stadio che era ormai una bolgia, l’ultimo assalto per cercare il pareggio nell’area di rigore del Cagliari.
Nell’azione il libero del Cagliari Giuseppe Tomasini riuscì a togliere il pallone all’ala destra del Catanzaro Alberto Spelta, che finì a terra in area di rigore, mentre il pallone arrivò a Niccolai che si trovava fuori area; l’arbitro Concetto Lo Bello non avendo ravvisato alcuna irregolarità non interruppe il gioco ma proprio in quel momento si udì un fischio dagli spalti!
Niccolai, nella confusione dello stadio, pensò che il fischio provenisse dal’arbitro e sanzionasse con il rigore l’azione appena avvenuta; quindi stizzito reagì indirizzando un forte tiro nello specchio della sua porta, tiro che sarebbe entrato in rete se il difensore del Cagliari Mario Brugnera, che si trovava sulla linea di porta, non lo avesse deviato con le mani in tuffo sulla sua sinistra.
Il rigore, questa volta reale e inevitabile, tirato con successo dallo stesso Alberto Spelta permise al Catanzaro di pareggiare 2-2 al 90‘ la partita.
Ora sostituiamo gli elementi, la partita quasi al termine con una legislatura altrettanto agli sgoccioli, il Cagliari con il PD, il rigore con la commissione di inchiesta sulle banche e, soprattutto, “last but not least”, il cazzaro di Rignano con il beneamato Niccolai (toscano anche lui, ma non cazzaro).
Tra i tanti numerosi autogol (referendum , MPS come banca sulla quale investire, “se perdo me ne vado”, la sonda Schiapparelli e via dicendo) del venditore di pentole nazionale, emulo della Marchi, miscellanea dei mitici Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, questo della commissione è quello che affossa definitivamente ciò che rimane del PD.
A voler sospettare (si fa peccato, ma a volte ci si azzecca, diceva ben altro politico italiano) si può immaginare che in nostro cazzaro autolesionista giochi con una maglia ma si senta cucita addosso quella del padre putativo di Arcore!
L’arrampicata sugli specchi del PD è di quelle stridenti, nonostante la buona volontà dei suoi peones.
Eppure vanno ammirati, fedeli al cazzaro fino alla fine, anche dinanzi alla catastrofe annunciata.
I “renziani” destinati suicidi (politici) come i fanatici della setta dei “Davidiani” e il loro santone David Koresh.
Gollum Orfini, quel giramento di andrearomani di Andrea Romano, la coppia di Blues Brothers isterici Gozi e Ricci, il cacciatore di fascisti Fiano, il trombato Ricchetti, Gennaro “a’ purpett’” Migliore e via via sino a lei: l’inarrivabile, la Venere delle riforme, il conflitto di interessi su tacchi 11, Maria Elena di Etruria Boschi.
Probabilmente, dopo questa legislatura, come la sua quasi omonima Elena del Montenegro e le spoglie del suo “sciaboletta”, dovrà accontentarsi di riposare al fianco delle spoglie di ciò che rimane del PD.
M.E.E.B. è la dimostrazione lampante dell’inadeguatezza politica dei grillini.
Infatti, invece di ululare ogni giorno alla luna per le sue dimissioni, i penta stellati dovrebbero mantenerla al calduccio, riparata da spifferi (almeno che non siano quelli di Vegas, Ghizzoni, De Bortoli, Consoli e Padoan) e nei migliori agi.
E’ lei, piu del Grillo che attraversa lo Stretto, del cartografico Di Maio, del Che Di Battista, della Taverna (nomen omen), la vera catalizzatrice del voto verso il M5S, il miglior spot elettorale.
Ti credo poi che ci si vanta di fare la campagna elettorale a costo zero, quando hai una Boschi nel paniere!