Matteo Renzi e Beppe Grillo hanno aggiunto un altro capitolo alla farsa grottesca che oramai è la nostra classe politica.
Sono anni che se le suonano a spese degli italiani, perchè questo è il loro standard politico, fatto di contenitori vuoti se non di insulti.
Sia chiaro, il problema non sono solo loro, ma di certo ne sono i massimi esponenti!
Entrambi sono ambasciatori del facile proclama, dell’esasperare toni, di creare fratture laddove vi siano crepe nelle quali infilarsi.
Ognuno si abbevara alla fonte dell’altro, suggendo e treando forza, come vampiri, per le proprie tesi dall’esposizione mediatica altrui.
Le parole di Grillo sul padre di Renzi arrivano dopo le non risposte (risentitevi l’intervista di Renzi alla Gruber) del pentolaro (o cazzaro, fate voi) toscano su specifiche domande.
Il caro Matteo Renzi, pur di non entrare nei dettagli della faccenda (la tipica domanda “ma lei non sapeva niente di suo padre”, piu’ volte ripetuta, rimaneva sistematicamente inelusa), è stato il primo a fare sciacallaggio sul padre affidando, come al solito, tutta la sua capacità comunicativa a spot, proclami, slogan sensazionali al solo scopo di non dire infine.
Come altrettanto spot pubblicitario è stata la lettera, stile “Cuore” del De Amicis, redatta dal pentolaro toscano in risposta al santone genovese, dove si citano rotelle tolte alla bicicletta, campeggi da scout, dentini caduti.
Meno male che ci sono stati risparmiati ruttino e pannoloni cambiati!
Un refrain, da parte del nostro esimio ex presidente del Consiglio, già conosciuto, molto simile a quella del rimbocco delle coperte ai figli dopo aver lasciato Montecitorio ed essersi ritirato nella su Rignano, novello Lucio Quinzio Cincinnato.
Se uno campa in un mondo fatto di annunci televisivi per televendite, cosa altro si aspetta dall’altro che di urla di protesta contro il sistema ha campato per una vita?
Renzi e Grillo sono come la notte e il giorno, l’onda e la risacca, uno susseguente all’altro.
Cari italiani, invece di indignarvi per le risposte di Grillo, e invece di considerarle offese verso i sentimenti affettivi del pentolaro (o cazzaro, ho un allergia sistematica a chiamarlo per nome), indignatevi di come, ancora una volta, il paese possa essere affidato ad una classe politica che si serve degli affetti filiali, in un verso o nell’altro, per mascherare le sue incapacità.
Grazie anche a molti di noi, sempre pronti a cadere dentro al terreno paludoso del buonismo e dell’inutile moralismo, in nome di senso civico e di educazione.
Che Matteo Renzi e Beppe Grillo, ed altri ancora, minimamente non hanno