Rombo di Tuono
Chi non conosce la carriera di Luigi “Rombo di Tuono” Riva?
Formidabile fromboliere del Cagliari dei miracoli, quello che, sotto la sapiente guida di Manlio Scopigno, e con giocatori del calibro di Albertosi, Domenghini, Cera, Nenè arrivò a vincere il campionato italiano.
Anche grazie ai gol di questo centravanti, nato per caso in Lombardia, a Leggiuno, ma sardo nel cuore e nell’animo, dal tiro potente e preciso.
Di Gigi Riva sappiamo tutto, le sue imprese ( oltre al titolo con il Cagliari, tre volte capocannoniere del campionato, un campionato Europeo con la Nazionale e un secondo posto ai Mondiali in Messico) i suoi gol (ancora oggi recordman di gol in nazionale, 35 in 42 partite) e, purtroppo, i suoi gravi infortuni.
Da Riva ad Higuain
Forse non tutti sanno un altro fatto che, più di tanti gol siglati, di tante difese annichilite, lo ha fatto rimanere per sempre nel cuore dei tifosi sardi.
E forse di mezza Italia, quella non bianconera.
Facciamo un salto ai giorni nostri.
Estate 2016, il calciomercato è sconquassato da due acquisti.
Le tifoserie si spaccano, chi maledice e chi benedice.
La Juventus mette a segno due colpi, il centrocampista bosniaco Miralem Pjanic dalla Roma e, soprattutto, il capocannoniere del campionato italiano, l’uomo che, con 36 reti, ha superato Nordhal nel record: Gonzalo Higuain del Napoli.
In quei giorni, Francesco Totti, una delle ultime bandiere, intervistato sull’argomento, dichiara : “I calciatori oggi sono un po’ come i nomadi, seguono i soldi e non il cuore“.
Già, i giocatori di oggi.
Perché ieri era un altro calcio.
Uno sport dove uno come Gigi Riva osava rifiutare la Juventus.
IL GRAN RIFIUTO
Siamo alla fine degli anni ’60 e la Juventus non è forse la macchina schiacciasassi di oggi, ma è comunque sempre la Vecchia Signora del calcio Italiano.
A Gianni Agnelli solletica l’idea di ricomporre la coppia della nazionale Pietro Anastasi, già bianconero, e Gigi Riva.
E fa recapitare un offerta sontuosa al Cagliari del presidente Arrica: un miliardo di lire!
L’offerta è di quelle che non si possono rifiutare tanto facilmente.
Il Cagliari vacilla e il presidente Arrica è quasi pronto a firmare la cessione.
Ma non Rombo di Tuono, al secolo Gigi Riva!
“Grazie, ma voglio restare a Cagliari. Per sempre”. Questa la laconica risposta del nostro Gigi, in sintonia col personaggio, che non ammette repliche.
A dire il vero, qualche anno dopo, Gigi Riva rifiuterà anche il Milan, ma nell’immaginario collettivo è e rimane colui che ha rifiutato la Juventus.
Altro che Pjanic, altro che Higuain.
Una scelta di vita
Riva non vincerà altro con il Cagliari.
Subirà anche l’onta della retrocessione e le precarie condizioni fisiche lo costringeranno al ritiro nel 1976, dopo l’ennesimo infortunio di gioco in uno scontro con il milanista Bet.
C’è da chiedersi se il Cagliari abbia veramente guadagnato dalla sua mancata cessione.
Magari, con tutti quei soldi avrebbe potuto sostituire i campionissimi scudettati, oramai logori, con giocatori dello stesso tenore.
Ma questo non importa.
Chi ci ha guadagnato, in questa storia, sono i tifosi.
Quelli sardi e quelli dell’Italia non bianconera, che si sono goduti il gran rifiuto come un affronto ad una società sempre odiata.
E ci ha guadagnato Gigi Riva, che doveva arrivare nella terra dei nuraghi, dalla sua nebbiosa Leggiuno, per scoprire che lui era sì lombardo di nascita, ma sardo fino nel profondo del cuore.
Anni dopo, così spiegherà il suo gran rifiuto: “Sì, certo, dissi no ad Agnelli. Cos’altro avrei potuto fare? La Sardegna mi diede una casa, un affetto immenso, una famiglia. I soldi, anche quelli. Ma l’umanità della gente, l’amore, non avevano prezzo”
Una bandiera, di quelle che, come ha detto Totti, “non sono nomadi all’inseguimento di soldi e gloria”
Bel post come sempre sui protagonisti del calcio di un tempo.
La cosa strana è che poi Riva giocò i Mondiali messicani con Boninsegna e non con Anastasi. E non giocò poi tanto bene. E pare che lì ci sia stata un’altra storia …