L’inizio di un”must”
Importare feste altrui non mi è mai parso una buona abitudine.
Farlo senza avere cognizione della storicità dell’evento, dei suoi perchè, delle sue affettive valenze è solo un voler scopiazzare, al fine di creare un evento dalla sola valenza “commerciale”, svilendo il resto degli effettivi contenuti.
E’ così per Halloween,festa tradizionale di origine celtica celebrata la notte del 31 ottobre, che nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota.
Questo tipo di festa è diventata un “must” commerciale, esportandosi in numerosi altri paesi.
Si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa, o di negozio in negozio, recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto, in Italia).
La leggenda di Jack- o’-lantern
Caratteristica della festa è il simbolo della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o’-lantern.
Narra la leggenda che Jack, un fabbro irlandese furbo e ubriacone, incontrò il diavolo al bar.
Il diavolo voleva la sua anima, ma Jack lo convinse a trasformarsi in una moneta in cambio di un’ultima bevuta.
Passati dieci anni il diavolo si ripresentò e i due fecero un patto: libertà per il diavolo e niente dannazione eterna per Jack.
Alla morte l’uomo non fu accolto né in paradiso né all’inferno. Il diavolo gli lanciò un tizzone ardente che finì in una rapa come lanterna.
Da allora jack gira senza pace per trovare un rifugio.
Prima della zucca si intagliano le rape come lanterne. Rappresentavano le anime del purgatorio.
La demonizzazione di Halloween
Il carattere macabro della manifestazione è oramai abbondantemente soppiantato dal carattere ludico della stessa.
C’è, però, ancora chi dà ulteriori significati, che potremmod efinire “subliminali”, alla stessa.
Infatti, sopratutto nel mondo cattolico, Halloween è diventata la celebrazione, per antonomasia, della manifestazione a Satana, legandosi all’antica usanza del Sabbath delle streghe che, a detta di alcuni, si verifica(va) il 3 novembre.
E’ la contrapposizione luciferina, insomma, al 1 novembre che è festa religiosa in cui si celebrano tutti i Santi.
Logico che, in un clima di caccia alle streghe che mai si è sopito nella civiltà occidentale benchè siano passati secoli,
gli strali contro questa manifestazione vadano accrescendosi anno dopo anno!
Dimenticandoci che se nella nostra tradizione Novembre è ricordato come il mese della rievocazione dei defunti, ciò è dovuto questa a tradizioni precristiane che la chiesa ha semplicemente fatto proprie “cristianizzando” antiche feste “pagane”.
Eppure bisognerebbe sapere che, sin dagli anni 50, l’Unicef ha utilizzato Halloween come giornata per la raccolta fondi dedicata ai bambini che hanno bisogno di più.
Nel 2015 furono usati i Peanuts come testimonial!
Un equivoco senso della morte?
Il dibattimento fra religioso e immorale, satanico e solo ludico, è destinato ad accrescersi sempre di piu’, in un epoca in cui i fondamentalismi religiosi sembrano rafforzarsi pericolosamente sempre di piu’.
Forse alla base di tutto c’è un equivoco senso di comprensione di un fenomeno del tutto naturale come la morte.
Un ancestrale senso di paura, di diffidenza verso l’ignoto, che la nostra società ancora non ha del tutto ancora assimilato.
Eppure esistono parti del mondo dove la morte, seppur evento doloroso, viene riconosciuta come parte della vita stessa, come un continuo di un filo che non si spezza con la sola perdita della parte fisica dell’uomo.
E così il 2 Novembre diviene motivo di festa, di gioia, al contrario della nostra compassata sfilata di facce triste e seriose.
Che magari corrispondono solo al tempo di quella giornata, per poi riporle nel resto dell’anno.
Il 1 e il 2 Novembre nel mondo
Se si guardasse la morte con altri occhi, e quindi il 2 novembre non come giornata di lutto, allora si potrebbe conoscere come in paesi, dal sentimento cattolico molto più fervido rispetto all’Italia, come il Messico, l’1 ed il 2 novembre, si mangiano i teschi fatti di zucchero, di pane, di cioccolata.
Li disegnano e li dipingono con colori vivi, offrono loro i frutti della stagione, danno loro da bere pulque, mezcal, tequila e birra; offrono loro piattini squisiti con mole, nopalitos, e pozole; i dolci di zucca, il camote ed i tejocotes sciroppati sono invece per i bambini morti.
E per finire si prepara loro una festa multicolore e piena di aromi, di zimpasuchitl (il fiore giallo dei morti), di resina e di mirra.
La gente nel cimitero ed in casa condivide con i suoi morti questa festa della vita tanto è che nei pressi di Città del Mexico c’è un cimitero (Mixquiq) il quale in questa notte si riempie di persone che a differenza di quelle nostrane che vanno a visitare i loro defunti con arie tristi e angosciate.
Si organizzano delle vere e proprie feste, preparando banchetti ai piedi della tomba o persino offrendo a loro serenate cantate dai Mariachis (gruppo di cantori).
Singolare è vedere tombe di bambini che per l’occasione vengono addobbate con palloncini e festoni vari…del resto è la loro festa.
Il día de Muertos messicano è diventato patrimonio dell’umanità il 7 novembre 2003
Anche in Italia
Oppure ci si potrebbe documente, per restare più vicino a noi, sulle tradizioni siciliane, calabresi, altoatesine, o su quelle umbre dove si svolgono Fiere per i morti con tanto di spettacoli in piazza.
Cibi come le fave si mangiavano direttamente al cimitero (Livorno, Polesine, Calabria albanese), seduti sulle tombe.
In Abruzzo era anche tradizione, come ad Halloween, scavare e intagliare le zucche e inserire una candela all’interno e usarle come lanterne.
A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si tenesse compagnia ad un defunto consumando un pasto vicino alla sua tomba.
In Sicilia il 2 novembre è una festa con molti riti per i bambini, i quali, come ricompensa per aver fatto i bravi, possono trovare dolci o giochi.
Diamo ad Halloween quel che è di Halloween
Insomma, lasciamo perdere i fondamentalismi religiosi e lasciamo godere, seppur di riflesso e non appartenente alla nostra tradizione, i nostri bambini di un altro giorno di svago, in un epoca che li vede sempre piu’ estranei l’un con l’altro nel mondo globalizzato.
Cogliamo dall’antico significato di queste feste il vero contenuto, senza cercare fantasmi o presenze demoniache.
I Celti, veri e propri creatori di Halloween, non temevano i propri morti e non credevano nei demoni e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi.
Da qui forse l’usanza del trick-or-treat.
Per noi il vero pericolo è la spesa da sostenere per vestitini, maschere, spray, coriandoli e caramelle.
Siamo sicuri che non possiamo affrontarla, per vedere un sorriso sul volto dei nostri bambini?