Una data da dimenticare
Se c’è una data che il tifoso romanista cerca di cancellare, al netto di sconfitte in campo pur dolorose (Lecce e Liverpool docet, per non parlare della Lazio in finale di Coppa Italia), è il 31 dicembre 1964.
Ad imperitura memoria verrà ricordata come il giorno della “Colletta del Sistina”.
I fatti
Natale del 1964: l’As Roma ha un passivo che sfiora i due miliardi di lire; per dare una misurabilità al debito basti pensare che lo stipendio di un operaio all’epoca era di 86.000 lire circa!
Il Presidente Marini Dettina, in carica dal 1 Luglio del 1962, dove aveva già ereditato un pesante bilancio in rosso di oltre 900.000.000 di Lire, nonostante il gravo passivo finanziario, nella speranza di poter competere con gli squadroni del Nord, fece alcune operazioni di mercato quantomeno discutibili.
Puntò su nomi altosonanti , ma oramai “cotti”, come John Charles, ormai sul classico viale del classico tramonto, e Angelo Benedicto Sormani, soprannominato mister “Mezzo Miliardo”.
Operazioni di mercato che diedero, come al solito, futili speranze ai tifosi ma che finirono per affossare le finanze della società.
Tra trofei e scioperi
La Roma, nonostante tutto, a novembre del 1964, aveva conquistato la sua prima Coppa italia.
Pochi anni prima, nel 1961, aveva vinto la Coppa delle Fiere, quella che diventerà poi Coppa Uefa
Nonostante questo successo, malumori, per i mancati pagamenti di alcune mensilità e premi partita, anche della stagione precedente, già serpeggiavano in seno ai giocatori.
La situazione era degenerata al punto tale che i giocatori avevano rifiutato di andare in ritiro alla vigilia dell’incontro con lo Zagabria valido per la Coppa delle Fiere e minacciavano di scioperare per la partita del 22 Dicembre contro la Juventus all’Olimpico.
Interviene la Lega
La Lega Calcio verso la metà di Dicembre intervenne per scongiurare che la situazione della Roma potesse degenerare, anticipando di fatto alcuni crediti che il club giallorosso vantava nei confronti di altre squadre per cessione di giocatori, incassi delle partite etc.
La Lega si cautelò “bloccando” gli incassi delle successive gare, e si riservò ovviamente il diritto di rivalsa verso le società delle quali aveva anticipato alla Roma gli importi.
La Roma da questa soluzione con la Lega riuscì a far fronte ad alcune spese correnti e al pagamento di una buona parte di arretrati, ma la situazione economica restava comunque grave.
Lorenzo e la colletta del Sistina
Il 30 Dicembre, in vista della difficile trasferta di Vicenza , l’allenatore Juan Sarlos Lorenzo, istrionico personaggio del calcio d’antan, al termine dell’allenamento stesso, si avvicina alla rete dove sono assiepati i tanti tifosi.
Nel discorso annuncia che la situazione è talmente grave che le casse vuote non permetteranno di andare in trasferta.
Il cuore dei tifosi è grande e ci si attiva per trovare i fondi necessari.
Parte il tam tam cittadino.
Viene deciso di ritrovarsi l’indomani mattina al Teatro Sistina, messo a disposizione da Garinei.
Lo stesso Giacomo Losi “Er Core de Roma”, il capitano della Coppa delle Fiere del ’61, si ritrova suo malgrado a girare tra i tifosi a raccogliere le offerte.
Fine di una tragicommedia
Alla fine si raccolsero circa 700.000 mila lire. Il presidente Dettina, ignaro della colletta rifiutò la somma, ma le polemiche dei suoi oppositori divamparono.
A Vicenza, oltre a perdere la partita, la Roma venne accolta dal lancio di monetine, come successe poi in molti altri stadi della penisola.
La Roma concluse il campionato 1964/65 al nono posto con 31 punti, a sole tre lunghezze dalla zona retrocessione.