bragadin

Il martirio di Marcantonio Bragadin

La strenua difesa di Famagosta (1570-71), guidata da Marcantonio Bragadin, fu uno dei fatti più eclatanti del secolare conflitto mussulmano-europeo, nei secoli scorsi.

A guidare le truppe musulmane  fu Lala Mustafa Pasha, generale settantenne che pochi anni prima aveva condotto l’infruttuoso Assedio di Malta (1565). Ancora una volta, la sua strategia fu quella di sfruttare una enorme superiorità numerica di uomini ed artiglieria. E ancora una volta, le cose non andarono come previsto.

Sbarcò a Cipro con quasi 100.000 uomini e prese Nicosia senza troppi problemi. La città si era arresa in cambio di un salvacondotto per gli abitanti, ma Mustafa Pasha fece comunque massacrare l’intera popolazione (tranne 2.000 giovincelli venduti come schiavi sessuali a Costantinopoli).

Per intimorire il governatore Bragadin, Mustafa gli fece recapitare una graziosa cesta con la testa del governatore di Nicosia, Niccolò Dandolo, ma questo non intimorì Bragadin e Astorre Baglioni, capitano di ventura, comandante militare e letterato.

Per i primi mesi, Mustafa si limitò a lasciare qualche decina di navi ad incrociare nelle acque circostanti Famagosta (per tagliare i rifornimenti alla città), ma questo permise a Bragadin e Baglioni di consolidare le difese e ricevere l’aiuto di Marcantonio Querini da Creta (1.600 soldati) e della madrepatria Venezia (800 soldati). Purtroppo per Famagosta, gli aiuti in arrivo per Mustafa erano di tutt’altra consistenza. Il suo buon Sultano gli inviò altri 100.000 soldati e altrettanti operai (scavatori di trincee, portatori, ecc.).

Nel febbraio 1571, i difensori di Famagosta erano 8.000 in tutto, in un rapporto di 1:25-30 con gli assedianti ottomani.

Ai 113 cannoni di Mustafa rispondevano i 90 di Bragadin.

Il primo assalto generale musulmano (marzo) durò quasi 10 giorni e lasciò sul campo 30.000 turchi. Nei successivi quattro, avvenuti fra giugno e luglio, caddero altri 20.000 turchi e la maggior parte dei difensori. Durante questo periodo, piovvero su Famagosta (non diversamente da quanto accadde a Malta sei anni prima) oltre 150.000 proiettili. Le mura erano ridotte a un colabrodo e gli abitanti chiedevano a gran voce una resa dei governatori veneziani (già offerta da Mustafa in più di una occasione).

Nei mesi successivi si susseguirono altri quattro attacchi, che portarono a settemila i morti degli assediati e a ottantamila quelli degli assedianti. Astorre Baglioni si dimostrò geniale nel piazzare mine per i tunnel turchi e guidare sortite di alleggerimento che facevano centinaia di morti. Inoltre, mentre i turchi passavano intere giornate a riempire di terra il fossato antistante le mura, i veneziani la toglievano durante la notte.

Le cifre riportate, confermate da tutte le fonti, sono spaventose.

Alla fine del luglio 1571, a difendere Famagosta erano rimaste poche centinaia di soldati italiani; i generi alimentari scarseggiavano. Oltre a questo, i rinforzi promessi dai regnanti europei tardavano ad arrivare (tanto che le navi iniziarono a riunirsi a Messina solo a fine agosto 1571). Sebbene Bragadin e Astorre fossero contrari alla resa (memori forse del massacro di Nicosia), alla fine i nobili ciprioti gli imposero di accettarla. Il primo agosto 1571, i due consegnarono a Mustafà le chiavi della città e ottennero un salvacondotto per i soldati fino a Creta.

Marcantonio Bragadin e il quasi dimenticato Astorre Baglioni furono invece massacrati dopo aver scritto una delle pagine più memorabili della storia militare rinascimentale.

Astorre Baglioni e altri prigionieri furono decapitati e tagliati a pezzi dinanzi Bragadin.

Bragadin non subì miglior sorte. Dapprima gli furono mozzate le orecchie, poi venne scuoiato vivo e il suo corpo fu diviso in quattro parti ed esposto sulle mura della città.

Le loro morti furono vendicate un paio di mesi dopo con la famosa vittoria di Lepanto, che si concluse con la distruzione della flotta turca da parte della Lega Santa. Le divisioni fra stati europei (in pratica Venezia poteva fidarsi più degli ottomani che di francesi e austriaci) impedirono però che una vittoria del genere fosse pienamente sfruttata.

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>