Il mondo è fatto di tanti piccoli,grandi, coccodrilli.
Di quelli che mangiano la propria prole, per intenderci.
Che inorridiscono al pensiero che l’Italia possa mandare truppe contro l’Isis.
Che inorridiscono che inglesi, francesi, turchi, americani possano fare lo stesso.
Che inorridiscono quando è l’Isis a mettere a ferro e fuoco le nostre nazioni, minando le nostre sicurezze.
Che inorridiscono alla vista di un mare diventato un cimitero di bare senza nomi, e di fronte ad un esodo che biblico è dir poco.
Coccodrilli ai quali non frega però un cavolo se la guerra, anche per i nostri saccenti culi, venga combattuta da siriani, curdi, o altri disperati.
Coccodrilli ai quali non frega una mazza se a morire , essere stuprati, massacrati sono mussulmani, bambini irakeni, civili siriani, ragazze nigeriane.
Coccodrilli ai quali poi non frega niente che quei migranti siano passati da un barcone ad una stazione ferroviaria, al caporalato dei nostri campi, ai nostri marciapiedi vendendo l’unica cosa che ancora gli è rimasta, il loro corpo. Basta , per una lucidata di coscienza, sapere che sono vivi.
Coccodrilli che vorrebbero la soluzione del problema a portata di un fiore, da porgere al mostro.
Solo che il mostro, al quale abbiamo anche armato la mano, è li ad aspettarci con una scimitarra in mano.
La mano ruzzola, il fiore si appasisce, il problema rimane.
Insieme alle lacrime.
Di coccodrillo.