Sulla Brexit parte 4
Hollande e Bruxelles vogliono subito fuori l’Inghilterra dall’Europa.
La Francia ha spesso il coito veloce. Fu così anche per la Libia.
La Merkel, per salvaguardare interessi delle industrie tedesche, dice “zitti e mosca” concedendo tempo ai britannici.
Renzi, applaudito per la sua giacca, ha finalmente compreso cosa sia la stanza dei bottoni.Ne ordinerà subito un altro paio.
Alla fine è tutto un fattore economico: la Gran Bretagna, stile Norvegia, pagherà un dazio, come già fa ora (70 euro a persona), pro capite per rimanere nel mercato unico.
Cameron dice che si prenderanno tutto il tempo che ci vuole.
L’ubriacone Juncker viene attaccato dai paesi dell’Est.
L’agenda dettata dalla Trimurti italofrancotedesca è sempre il solito brodino di buone intenzioni e parole vuote propinato ad ogni occasione.
La Polonia dice che l’Inghilterra, con il Leave, ha già bocciato il direttorio franco-tedesco ( a noi, tramite il premier pagliaccio che ci ritroviamo, non ci si caca proprio), per il quale motivo non possono, questi due paesi dettare alcuna agenda politica.
In tutto questo bailamme che è il carrozzone da circo ambulante chiamato Europa, l’unico a tenere la barra diritta sembra essere Papa Bergoglio, che laddove gli europei(?) invocano l’aiuto della Turchia, lui allo stesso paese dà picconate dall’Armenia, evidentemente stufo di governanti che continuano a parlare al sordo e mostrare la rosa al cieco.
In tutto questo continua c’è chi continua a parlare di democrazia consegnata al popolo bue.
Evidentemente l’ennesimo asino.