A Macklemburg, circa cinquanta miglia a Nord di Berlino, in una zona paludosa, presso il lago Furstenberg, nel 1939,fu fondato un nuovo Campo di concentramento.
Era conosciuto col nome di Campo di concentramento di Ravensbruck , ed era formato da un Campo principale e da altri ausiliari. Il Campo principale conteneva solo donne e, dal momento della fondazione fino alla liberazione dei russi, ve ne furono internate 123mila . In gran parte erano francesi e da questo derivò il nome, il campo fu conosciuto dovunque: “l’enfer des femmes”.
Alcune di queste donne erano prigioniere di guerra, infermiere della Croce rossa russa, catturate sul campo di battaglia, ma in maggioranza erano civili, membri del movimento della resistenza o lavoratrici forzate deportate in Germania e ormai incapaci di produrre a sufficienza. Furono tutte internate senza processo, e per il 90% appartenevano a nazioni alleate.
Almeno 50mila detenute morirono là , molte altre migliaia trovarono morte altrove, durante il trasferimento ad altri Campi. A parte quelle che furono assassinate, la ragione principale di un così alto tasso di mortalità era la denutrizione, il lavoro eccessivo, le torture (fisiche e psicologiche) il sovraffollamento, la mancanza completa di assistenza sanitaria, e le sistematiche e brutali sevizie da parte del personale del Campo, compresi stupri ed esperimenti medici.
Il cibo bastava appena a tenere in vita le prigioniere, ed era certamente insufficiente a tenerle in condizioni di lavorare. Le detenute avevano tanta fame che mangiavano le bucce di patate e i pezzi di cavolo che trovavano per terra vicino alla cucina,lottando anche fra di esse.
Le donne erano inoltre costrette a lavorare dieci o undici ore al giorno. La sveglia era alle 5.30, e l’appello alle 7 che durava circa due ore, durante le quali le internate dovevano passare in posizione di attenti, all’aperto, con qualsiasi tempo, d’inverno e d’estate. Il lavoro continuava, giorno e notte, con doppi turni di undici ore ciascuno.
A Ravensbruck pl lavoro era duro e le donne erano spinte senza riposo, a pugni e a calci. Filare, tessere, caricare e scaricare, scavare fosse, riparare strade; a lavori simili erano costrette queste donne, minacciate e battute ogni volta che si fermavano per riprendere fiato.
Quando le prigioniere erano ammalate al punto che non potevano piu’ lavorare, entravano nell’ospedale del Campo, conosciuto col nome di “River”. Era un ospedale solo di nome; per il resto differiva poco dalle baracche ordinarie in cui vivevano – e morivano – le internate. C’erano le stesse file di letti, e molto spesso due pazienti per letto. Il dottore si chiamava Treite, la matronessa era la Oberschwester Marschall, e una delle infermiere era Carmen Mory, anche lei prigioniera. Treite era un uomo spietato, ingranaggio importante della macchina di sterminio in azione nel Campo, e per sua colpa morirono molte internate.Treite stesso dette ordine ai suoi infermieri di non curare le donne troppo anziane che finivano in quell’ospedale “perchè improduttive“. Tutte le pazienti affette da tubercolosi erano mandate alle Camere a gas
In uno dei blocchi del Campo di Ravensbruck vi era una stanza che ospitava le donne ritenute pazze. Era una stanza piccolissima – circa cinque metri per sei – e a volte vi rinchiudevano 60 o 70 donne. Erano mezze nude, perchè indossavano solo la camicia e senza alcuna coperta. Quando la stanza era piena (e ciò era la consuetudine) c’era a malapena il posto per sedersi! Il solo apparato igienico era rappresentato da un secchio al centro del pavimento, che spesso si rovesciava sicchè le donne si trovavano insozzate dei loro stessi escrementi.
Anche le pene corporali, per ogni mancanza, erano tremende! Il massimo della pena per azioni disciplinari era di venticinque bastonate sui reni con intervalli di quattro settimane. Alla fustigazione assisteva il comandante, o un suo delegato, il dottore capo, o un suo delegato, la capo guardia e due prigionieri che praticavano la flagellazione stessa. La vittima era legata a un ceppo e la sentenza veniva eseguita senza preoccuparsi se la vittima gridava.
Anche le fucilazioni delle internate erano abituali s: le prigioniere di solito venivano uccise a gruppi di cinquanta e la presenza del medico era necessaria, perchè non sempre le vittime morivano immediatamente. Ogni giorno si dava la disposizione di uccidere cinquanta donne, con un colpo alla nuca, e poi di cremarle. Questo sistema cominciò alla fine del 1944, dopo una visita di Himmler (Reichsfuhrer delle Ss).
Il comandante ebbe ordine da Himmler di uccidere tutte le ammalate incapaci di muoversi, perchè i tedeschi si trovavano costretti ad anticipare l’evacuazione di questo Campo, dato che le armate russe si avvicinavano continuamente, ed essi dovevano provvedere a far sparire ogni traccia della loro efferati delitti. A Ravensbruck arrivarono due specialisti dello sterminio: Schwartzhuber, che divenne vicecomandante, e un certo dottor Winkelmann. Con il loro arrivo si comincio ad organizzare gli eccidi in massa, di tutte quelle che non si riteneva possibile evacuare.
Dopo la scelta le donne venivano trasferite al vicino Jugendlager (Campo della giovinezza) per lo sterminio. Molte di esse, nelle carte del Campo, furono registrate come trasferite a Mittelwerde, un convalescenziario della Slesia: era un macabro inganno. Da principio lo sterminio delle donne che non potevano essere evacuate si faceva mediante la fucilazione. Dopo che ne furono uccise a centinaia in questo modo, il comandante disse che si andava troppo lentamente e fece costruire una Camera a gas.
Ravensbruck è una pagina spesso dimenticata della storia.Eppure i suoi orrori furono tali e tanti e ancora oggi aspettano giustiza.Almeno quella del ricordo