COME VI PIACE (ovvero Ely e il Racconto di Inverno).
Molto rumore per nulla, questo rischia di diventare la Schlein per la sinistra che, piuttosto che far pulizia dei mercanti di Venezia al suo interno, dilaniata dai cicalecci intestini simil allegre comari di Windsor, continua i suoi innamoramenti alla Romeo e Giulietta.
La Schlein, insomma, come ennesimo sogno di una notte di mezza estate simil Soumahoro in un partito afflitto da pene d’amor perduto dai tempi di Renzi.
Una tragica commedia degli errori cominciata con Zingaretti, dove non sempre è tutto bene ciò che finisce bene anche se ti chiami Letta e ritorni sperando che la tempesta passi.
L’essere o non essere di Amleto privato dell’interrogativo,non più dilemma ma certezza, che ti porta dritto dritto alle prossime elezioni, sicure tragedie alla Re Lear, quando ogni misura per misura è colma.
Suicidi annunciati che inducono a suicidi reali come in Antonio e Cleopatra, con Ottaviano Conte pronto a prendersi le spoglie del vinto e declamare l’onoranza funebre.
Per un partito al quale, all’ingresso della sua sede, il suo popolo ben potrà riportare l’epitaffio finale del Timone d’Atene, una delle opere più oscure e di difficile comprensione:
«Qui giace il misero corpo della grama anima sua ormai privato: non cercate il mio nome: codardi malvagi, che una pestilenza vi abbia consumato!»
In pratica la tessera n°1 del PD sembra appartenere a William Shakespeare più che a Carlo De Benedetti.