‘NA TAZZULELLA ‘E CAFE’
Giornata fredda, la prima da mesi a questa parte.
Se fuori c’è vento, dentro non riscaldano l’anima le notizie: covid, alluvioni, polemiche politiche.
Meglio spegnere tutto e dedicarsi alla lettura che ti catapulta in mondi diversi.Oppure una tisana o un caffè sorseggiati dinanzi alla finestra, quella panoramica , lasciarti sommergere da pensieri e ricordi.
Ecco, il caffè; qualcuno dice che sul fondo delle tazze, nella posa rimasta, possa leggersi il futuro.I
Iopreferisco pensare che il mio futuro sia io a scriverlo.
Un ottimista, insomma.
Una cosa, però, la posso dire con assoluta certezza.
Sarà effetto del clima freddo esterno e del lock down imposto dentro la propria mente su quanto accade fuori dalle calde mura di casa, sarà che nel caffè ho versato un po’ di anice.
Sarà quel che volete voi ma io, piuttosto che vedervi il mio futuro, nella tazzina piena o vuota che sia, ho visto il passato, la storia dell’intera umanità.
Nell’epoca delle divisioni e frammentazioni su tutto, dal calcio ai vaccini, da Trump a Morra, del vampirismo capitalista e del profitto che corre anche su una pandemia, ti accorgi che una semplice tazza di caffè racconta quello che è stato da sempre il percorso umano.
Immaginate di essere dinanzi alla vostra moka del caffè sul fuoco.
E di assaporare, nello spazio di tempo che impiega il rito che unisce e miscela, a poco a poco in un crescendo rossiniano, la magica polvere con la purissima acqua, quel profumo che pervade la stanza.
E lasciatevi andare, sull’onda dell’aroma e del gusto, alla storia di questa magia.
Che, in fin dei conti, è la storia di ieri, oggi e forse domani dell’umanità.
Qual’epoca non è stata divisiva o frammentata? Dove l’uomo non è stato avido individualista, sacerdote e credente del religioso profitto?
Chiedetevi, tra un sorso e altro, quanto sangue sia costato nei secoli per portare nelle case di tutti quanti noi questo attimo di puro piacere .
Quante catene di schiavi hanno tintinnato e lacerato carni in piaghe putride?
Quanti diritti sono stati violati, quanti uomini deportati, quante donne stuprate, quanti bambini resi orfani, quante vite spezzate, civiltà distrutte, terre conquistate, famiglie spezzate, cognomi e nomi dimenticati per portare alla nostra tavola, in quella tazzina, quello che oggi noi consideriamo un nostro diritto acquisito?
Dall’amica moka al nemico Covid, dal cattolico Colombo al negazionista Trump, dalle caravelle in mari spumeggianti ai mercati finanziari in balia di affaristi, da un chicco di caffè ad un vaccino, da Torquemada che processava presunti eretici a Morra che processa presunti cazzoni rei di aver votato una malata oncologica, niente è cambiato.
La caffeomanzia (così si chiama l’arte di leggere il futuro nei fondi di caffè) fa rima, ma anche a pugni, con la parola democrazia.
In una tazza di caffè, piena o vuota che sia, c’è la storia dell’umanità.
Di questo sono certo.
E, probabilmente, anche il suo futuro.
Purtroppo vero.
Avanti adagio, fanculo.