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COME MASANIELLO

COME MASANIELLO.
Peppiniello II , qualche settimana fa a Bergamo, nel rispondere così a una domanda “scomoda” di un giornalista su una errata valutazione dei tempi nel decretare la zona rossa per Alzano e Nembro, si rivolse così al giornalista stesso:
“Se un domani avrà responsabilità di governo scriverà lei i decreti, e assumerà tutte le decisioni”.
Qualcuno disse che era un uscita infelice, frutto dello stress e della stanchezza.
Invece io ho sempre sostenuto che l’uomo di natura dissimula mentre è proprio nei momenti duri, quelli della rabbia, della paura, della stanchezza che esce la vera indole.
Perciò sostenevo, e sostengo, che, dietro a quella maschera di uomo del popolo, si nasconda un uomo che ha assaporato il potere e se ne è inebriato.
E, infatti, ieri, Peppiniello II non ha perso tempo a confortarmi nella mia tesi.
Ieri sera, in una delle sue abituali televendite dove ci dice tutto e il contrario di tutto, quindi niente, a orario stabilito da lui, nella sua comoda tana, ristorato e rifocillato, dissacrando, come oramai abitudine, il rituale della cena per milioni di italiani che non sanno cosa mettere a tavola, ne ha dato ulteriore prova.
Casalino (a proposito, telecamera pure per lui, stile Grande Fratello,vai a capire quanto in ottica format tv oppure 1984 di Orwell) gliela ha confezionata a perfezione: bandiera alle spalle, tappeto delle grandi occasioni, giornalisti presenti a distanza e lui, Peppiniello II a declinare il suo Verbo, le sue iperboli che, al confronto, fanno sembrare il Cristo e le sue parabole figlio di un carrettaro.
Mentre però il Cristo alle domande dei presenti, anche più scomode, rispondeva, con tono mite, “In verità vi dico..”, Peppiniello II, inebriato di potere, a un giornalista che gli chiedeva dell’operato del commissario Arcuri, oggetto di molte, più o meno giuste sarà il tempo a deciderlo, ha risposto con il fare arrogante già esternato in Lombardia:
“Se lei ritiene di poter far meglio la terrò presente”.
Caro Peppiniello II, se pretendi di farci i sermoni, di addossare a operai, imprenditori, medici e banchieri le responsabilità, sanitarie e economiche, di questo paese, di prenderci per il culo con imprese mirabolanti e azioni strabilianti messe in campo da te e dal tuo governo di inutili, impara almeno a rispettarci.
Perché, in fin dei conti, tu e il tuo branco di accoliti incapaci e ipocriti siete al governo di questo paese.
Non io, ne il giornalista ne il ristoratore disperato, ma te, il tuo governo e le 15 task force da te nominate.
E siete anche lautamente pagati per combinare i disastri che avete provocato, figurati per rispondere, senza offendere, alle domande scomode.
Quelle che una parte di stampa non a voi asservita sa ancora fare e quelle alle quali una parte di popolo, ancora non anestetizzato dal tuo ciuffo e la tua abilità lessicale, vuole delle risposte.
Attento che Masaniello, un altro “capopolo”, così incominciò, salvo non morire poi pazzo di quel potere che aveva assaggiato.
Avanti, adagio, fanculo.

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