Non che lo avessi potuto ammirare come calciatore per le sue imprese sui campi di calcio, ma il suo ricordo è comunque legato alla mia infanzia.
Infanzia e ricordi a loro volta legati a una figurina dell’album Panini, quella di Giovanni Udovìcich – detto Nini-, calciatore del Novara.
Sfogliavo con avidità quegli album che sapevano di colla e mollica di pane, che antecedevano la mia nascita e che ho conosciuto, fanciullo, perché una mia zia aveva tutte le raccolte, fino a che nel 1974, non ho potuto averne uno tutto mio, il primo.
Torniamo a Giovanni Udovìcich – detto Nini.
Quel nome che suonava così “straniero” in quell’epoca così autarchica nel calcio.
Poi leggevi sotto la figurina e scoprivi che era italiano, italianissimo anche se nato a Fiume che non era più italiana da tempo.
E te fanciullo, quando leggevi che era alto 1, 85 metri lo immaginavi un gigante.
E poi aveva quell’aria seria e tranquillizzante dello zio preferito, dell’operaio o dell’impiegato che esce da casa come tuo padre ogni mattina per la sua onesta giornata di lavoro.
Rimaneva quindi un gigante ma di quelli buoni.
Era un altro calcio, altri tempi, altri uomini.
Oggi, 4 settembre 2019, Ninì se ne è andato.
Con lui anche un pezzo di infanzia.
L’ennesimo.