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United Toscani of Benetton

UNITED TOSCANI OF BENETTON
Questa è una foto per la campagna pubblicitaria di Oliviero Toscani per la Benetton.
Toscani, oltre ad essere un grande nel suo campo, da’ lezioni di antifascismo e antirazzismo, può pontificare di disumanita’ insita negli altri, può dare giudizi morali.

Perché, in fin dei conti, forse è giusto così.
Sarà un vecchio comunista, di quelli che hanno le chiavi del mondo ma non hanno mai trovato la serratura.

Per non consumare l’una o l’altra.

Perché, in fin dei conti, quando l’uomo comunista incontra l’uomo egoista, l’uomo comunista è un uomo morto.
Spesso trattasi di suicidio.

E perché, in fin dei conti, come dicevano gli antichi, “pecunia non olet”.

E Toscani, l’antirazzista, l’antifascista, il moralizzatore, il comunista suicida nella sua parte egoista, il puzzo dei soldi di Benetton non la sente.

Non sente che sono impregnati della lotta, in Patagonia, dei Mapuche che sono cacciati dalle loro terre, picchiati, torturati e finanche, per i più fieri, uccisi.

Non sente che sono impregnati del sangue dei 1100 operai tessili morti in Bangladesh e che lavoravano anche per Benetton.

Non sente che sono impregnati già dall’inizio degli anni 2000 quando arrivarono le prime denunce sulle condizioni dei terzisti che in Cina lavoravano per conto di Benetton senza nessuna tutela sindacale, insieme ai sospetti (fondati) di sfruttamento di lavoro minorile nelle fabbriche (sempre dei terzisti) in Turchia e Nordafrica.

A Oliviero Toscani e a tutti quelli come lui, i cosidetti antirazzisti e antifascisti col culo degli altri va il mio più sentito:
avanti, adagio, fanculo.

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