Diciamola tutta: l’elezione di Trump a Presidente USA è stato il più grande atto di vaffanculo alle ipocrisie dei nostri tempi.
Il popolo votante, con tale scelta, ha certificato il fallimento, e il conseguente rifiuto, di un establishment politico e sociale che ha causato più danni di uno stormo di cavallette.
E che ha erroneamente creduto che il popolo gregge non arrivasse mai a capire che il lupo è il pericolo minore, se poi al macello ti porta, costantemente, il pastore.
Trump stesso, la sua persona, il suo essere sono il simbolo di quanto il popolo sia stufo di queste ipocrisie radical chic.
Trump è un razzista? Probabile, ma chi invoca frontiere aperte a tutti e poi non si accorge dei caporalati mafiosi, delle condizioni disumane dei nostri centri accoglienza, delle persone stravaccate sui pavimnenti di una stazione, delle reti e dei muri innalzati ai confini, beh, al meglio è un lassista, al peggio la cosa più vicina allo schiavista.
Trump è omofobo? Vero, ma noi siamo sicuri che acquisire nuovi valori, cancellando i vecchi, definendoli semplicemente sorpassati, siano solo un segno di civiltà progresso?
Trump guerrafondaio? Certo, ma è stata Hillary Clinton a mettere il timbro su quasi tutti gli ultimi focolai nel mondo.
Trump sessista? Certo, ma la sua antagonista aveva un marito che faceva gli stage sotto la scrivania della Casa Bianca. E non ha alzato un dito, dinanzi alla ragion di stato familiare, per condannarlo, almeno moralmente.
Ma c’è di più nell’elezione del multimiliardario americano.
Più della questione omofoba, razzista, immigratoria, guerrafondaia, c’è più della dimensione clownesca del personaggio stesso.
C’è un rumore fastidioso di sottofondo che questa classe dirigente volutamente ignora.
Ci stiamo, di fatto, da tempo attrezzando per Trumpolini nel baratro
L’elezione di Trump a nuovo Presidente USA, è l’ennesima scelta cosciente dei popoli, dopo l’ormai lontano voto di Atene, la Brexit, e il referendum fallito per quorum, ma indicante una vittoria al 98%, in Ungheria.
Popoli che se ne fregano di chi votano ma che danno massima importanza ai loro mal di pancia.
Non cercando soluzioni ad essi, ma implicita soddisfazione nel renderli comuni con chi li ha procurati.
In questo quadro, che ci sia una classe politica europea e italiana, con il pagliaccio toscano in testa, che ancora non l’abbia capito, e che fa endorsement continui sempre alla parte che risulta perdente, è il segno sintomatico di come si governi non per i popoli ma per altri poteri ai quali i popoli si stanno ribellando.
Trump, come tutti i populismi ( ma poi che mai significa essere populusta? Non dovrebbe essere questo il fine di ogni politico, di ogni partito?) nascenti, non è la causa, ma l’effetto.
Si biatera di focolai di nazionalismi oramai presenti in più parti del mondo.
Ma non si dice che a fornire il cerino sono i comportamenti affaristici, ipocriti, malavitosi di chi ci governa.
E se a Nerone Trump, o a chi per esso, viene fornito fiammifero e combustibile, perché poi piangere per Roma?
Hai fatto un’analisi perfetta. Si potrebbe dire che Trump ha fatto la campagna elettorale da solo.La Clinton accompagnata dal resto del Mondo e da tutti i media a disposizione. E’ stata la campagna elettorale più triviale, più volgare, più indecente che sia stata mai fatta al momdo..
Ci siamo salvati da una guerra imminente tanto agognata dalla Sig.ra Clinton (alla quale già si stava preparando) . La borsa ha avuto un calo, (presto si riprenderà,ci sono troppi interessi) . Trump riprenderà i rapporti con la Russia e eliminerà le sanzioni in atto moivo per il quale l’economia dovrebbe riprendere (anche la nostra) . Poi quello che accadrà in seguito lo vedremo, ma siamo certi che gli Americani hanno votato secondo le loro necessità. Per un po’ i nostri media continueranno a esporre tesi, ipotesi, poi si calmeranno e allora, vedremo più chiaramente come sarà la realtà americana e potremo raffrontarle con le nostre…..