NANNINGA, IL FIORAIO DEL MONDIALE CHE RIFIUTO’ L’AJAX
Gli esordi
Nato a Groningen, nel gennaio del 1949, l’alto attaccante si afferma tardi nella massima serie olandese.
Cor van der Gijp lo scopre a ventiquattro anni, mentre gioca in una squadra amatoriale della sua città, gli Oosterparkers, e lo porta a Vendaam, dove Dick convince immediatamente, segnando un goal ogni due partite.
Bert Jacobs, allenatore del Roda, lo convince a trasferirsi a Kerkrade.
Non solo calciatore
Dick, assolutamente convinto di dover vivere una vita alternativa al calcio, apre un negozio di fiori.
L’attività rende e lui, di lasciare la piccola Kerkrade, non ci pensa neanche quando arriva l’offerta di contratto dell’Ajax, rispedita prontamente al mittente, un pò come farà Pietro Paolo Virdis che rifiuterà una prima volta la Juventus
La sua carriera, tra gol e fiori
Nel calcio, con il Roda, continua a segnare con una regolarità impressionante: nel 1982, quando tenterà l’avventura esotica ad Honk Kong, i goal saranno 107 (in 8 stagioni)!
Il più importante resta, però, quello segnato all’Argentina, nella discussa finale dei Mondiali del 1978, su cross di René van de Kerkhof.
Ancora oggi, al 2016, Nanninga è unico calciatore olandese ad aver segnato su azione, ad una finale mondiale.
L’altro gol sarà, precedendolo di 4 anni, nella finale mondiale di Germania 1974, persa dall’Olanda 2-1, Neeskens su rigore, contro la vincente Germania.
Una fine triste per il ragazzo che amava i gol e i fiori
Quel gol, a Buenos Aires nel 1978, gli darà imperitura memoria a questo ragazzo, semplice e onesto, che troppo presto è uscito dalla luce dei riflettori, oscurato come era, all’epoca, da una generazione di talenti come mai eguali avuti dall’Olanda.
Purtroppo, dopo il ritiro dal calcio, Nanninga avrà problemi di salute legati al diabete, culminati con 5 mesi di coma e l’amputazione di entrambe le gambe, Dick Nanninga è morto a casa sua, a Maaseik, all’età di 66 anni.
Verrà ricordato per essere l’unico calciatore olandese ad aver segnato un goal su azione in una finale dei Mondiali, per le sue tante reti con la maglia del Roda e, soprattutto, per la propria umiltà.