Crisi-di-Sigonella-1985

11 ottobre 1985: Sigonella

Atto primo: il dirottamento e la liberazione.

Siamo nel 1985, agli inizi del mese di ottobre.

Teatro l’Achille Lauro, nave da crociera. Un commando palestinese sequestra, nelle acque territoriali egiziane, con 545 persone a bordo, e la dirotta verso la Siria.

I terroristi uccidono Leon Klinghoffer, americano di origine ebraica. Le autorità statunitensi ricevono la notizia della morte di un cittadino americano.

L'arrivo della bara di Leon Klinghoffer
L’arrivo della bara di Leon Klinghoffer

Un paio di giorni piu tardi, il 9 ottobre , tramite  la mediazione dell’Olp, la nave rientra a Porto Said, in Egitto, dove gli ostaggi vengono liberati.

Gli Stati uniti chiedono l’estradizione del commando palestinese al Governo egiziano.

Il Governo italiano tratta con l’Olp la consegna dei quattro dirottatori perché siano giudicati in Italia, considerato che, nel diritto nautico internazionale, una nave è territorio della bandiera che batte.

L' Achille lauro
L’ Achille lauro

Il Governo egiziano imbarca su un aereo di bandiera, con l’intenzione di trasportarli in Tunisia i quattro dirottatori, due negoziatori palestinesi, Abu Abbas e Hani el Hassan, nominati da Arafat, un ambasciatore del governo del Cairo ed alcuni elementi del servizio di sicurezza egiziano.

Atto secondo: il dirottamento targato stelle e striscie

Tramite pressioni del governo americano, sotto la presidenza di Ronald Reagan, più di un paese (Tunisia, Grecia, Marocco) negano il permesso di atterraggio all’aereo che trasporta i dirottatori

L’aereo viene intercettato all’altezza del Canale di Sicilia da F-14 americani e dirottato.

Il Governo americano chiede a quello italiano il permesso di farlo atterrare nella base NATO di Sigonella, in provincia di Siracusa. Il presidente del Consiglio, Bettino Craxi, concede l’autorizzazione.

sigonella-articolo-gazzetta-del-5-12-1985
sigonella-articolo-gazzetta-del-5-12-1985

In un colloquio con l’ambasciatore americano, pare che Craxi riceva come risposta, al perché di tale scelta, la frase “Perché in Italia c’è il sole, il mare e si mangiano gli spaghetti”.

Craxi non è il tipo che si fa trattare così senza reagire.

Potrebbe essere questa la molla scatenante di quanto succederà dopo.

Atto terzo: il giorno piu’ lungo

Arriviamo a venerdì 11 Ottobre.

Poco dopo mezzanotte, l’aereo atterra a Sigonella. Sulla pista, viene circondato dai soldati italiani della Vam dell’aeronautica e Carabinieri.

Pochi minuti dopo atterrano due C-141 statunitensi. Scendono, armi in pugno, i militari della Delta Force americana guidati da generale Steiner.Crisi-di-Sigonella-2-1985

Si dirigono verso il Boeing egiziano, fermo sulla pista, e lo circondano a loro volta. Chiedono la consegna dell’aereo e di Abu Abbas, ritenuto il vero capo del commando palestinese (quale effettivamente è).

La risposta italiana non si fa attendere.

Bettino Craxi ordina all’Ammiraglio Fulvio Martini, capo del Sismi, di assumere le operazioni militari affinchè si adoperi per il rispetto della sovranità nazionale italiana.sigonella

La tesi è che il delitto è avvenuto su una nave italiana e i dirottatori si trovano su territorio italiano. E’ l’Italia che deve giudicare i colpevoli. Inoltre, al momento, non esistono prove certe che Abu Abbas sia imputabile del reato.

Martini fa affluire   nuovi rinforzi militari italiani alla base che circondano a loro volta la Delta Force americana. Si sfiora  il conflitto armato fra italiani e americani.

Dopo qualche ora di frenetici contatti tra i governi italiano e americano,  gli americani si ritirano. La polizia italiana arresta i 4 dirottatori.

Atto quarto: l’ultimo colpo di coda targato USA

L’Ammiraglio Martini arriva a Sigonella. Comincia la trattativa con gli egiziani rimasti a bordo dell’aereo. Si decide di trasferire il Boeing a Ciampino. Martini chiede una scorta di aerei caccia all’aeronautica italiana.

E’ arrivata sera, poco dopo essersi alzato in volo il convoglio aereo taliano, decolla da Sigonella, senza preventiva richiesta di autorizzazione, un caccia F-14 della Sesta Flotta americana che cerca di interferire con la rotta della formazione italiana, al fine di dirottare l’aereo egiziano. I nostri aerei lo dissuadono facendo il muso duro e il pilota americano deve ritirarsi con la coda nelle gambe.

Verso le 23,00  il boeing egiziano, sotto scorta dell’aeronautica italiana, atterra a Ciampino. Un secondo aereo militare americano, dichiarando uno stato di emergenza, chiede e ottiene l’autorizzazione all’atterraggio immediato. Atterrato a sua volta, si dispone di traverso sulla pista con la chiara intenzione di impedire qualsiasi ulteriore manovra all’aereo egiziano.

Libro su Sigonella
Libro su Sigonella

L’Ammiraglio Martini fa sapere al pilota americano che ha cinque minuti di tempo per liberare la pista, dopodiché darà ordine di buttarlo fuori con i bulldozer. Ne bastano solo tre: ancora una volta gli americani battono in ritirata!

La quasi battaglia di Sigonella è finita!

 Atto quinto: fu vera sovranità difesa?

In molti leggono, nei fatti di Sigonella, l’ultimo vero sussulto di sovranità nazionale difesa da un nostro governo.

Altri affermano che la caduta rovinosa di Craxi fu anche dovuta a questo “sgarro” mal digerito da Reagan, allora.

Altri ancora sostengono che, invero, dopo Craxi abbia pagato dazio di tale azione, concedendo segretamente a Reagan la base di Sigonella, da dove partiranno effettivamente gli F111 americani,  per attaccare la Libia di Gheddafi, nel marzo 1986.

Craxi e Reagan
Craxi e Reagan

 

La verità pare essere scritta in alcuni dossier.

Di certo è che, dal dopo guerra, quello fu uno dei momenti più critici sull’asse Italia-USA

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>