Siamo in tempi di campionati di calcio europei per nazionali.
Per rimanere in tema stavolta parliamo di un caso insolito, ma realmente accaduto nel 1974, durante i campionati mondiali di calcio svoltisi in Germania.
La cenerentola africana
Vi partecipa la nazione africana dello Zaire ( oggi Repubblica del Congo) per la prima volta.
Le prime due partite non sono andate bene, avendole perse entrambe, una 0-2 con la Scozia, e addirittura uno storico 0-9 con l’allora Jugoslavia.
Lo Zaire, per la sua ultima partita dei mondiali, deve affrontare il leggendario Brasile, campione mondiale in carica (nel 1970, in Messico , aveva sconfitto l’Italia in finale).
Siamo all’85° minuto, e il brasile e in vantaggio per 3-0.
Ai brasiliani viene assegnata una punizione al limite dell’area deglia fricani. Lo specialista Rivelino si appresta a batterla.
Al momento del tiro del brasiliano, Mwepu Ilunga, difensore della nazionale dello Zaire, fino ad allora perfetto sconosciuto, incomincia la sua scalata alla notorietà.
La punzione al contrario
Mwepu esce dalla barriera calciando via il pallone, venendo poi ammonito dall’arbitro. La partita finì 3-0 e gli africani tornarono a casa senza punti per via della sconfitta col Brasile, con la Scozia (2-0) e con la Jugoslavia (9-0).
Questo gesto venne considerato, allora, estremamente comico, con la stampa che arrivò a ironizzare sul giocatore africano che non conosce i regolamenti.
Ancora oggi il fatto viene ricordato ironicamente, complice la visibilità che YouTube ha dato in questi ultimi anni al fatto.
Viene persino creata una maglietta che ritrae il giocatore africano, diventando ben presto un oggetto cult!
“Ho fatto scavare le fosse per voi”
La realtà, tuttavia, era molto meno divertente perché questo comportamento era legato ad una situazione drammatica che stavano vivendo i giocatori africani, i quali erano stati seriamente minacciati con le loro famiglie dopo le precedenti sconfitte rimediate ai Mondiali.
Come nel 2002 dichiarò lo stesso Mwepu:
“Pensavamo che saremmo diventati ricchi, appena tornati in Africa, ma dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 9-0 con la Jugoslavia gli uomini di Mobutu ci vennero a minacciare. Se avessimo perso con più di tre gol di scarto col Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa. Fui preso dalla paura che Rivelino potesse segnare un altro gol e calciai via il pallone. I brasiliani si misero a ridere e dovettero pensare che avevamo paura di loro, e così trascorsero gli ultimi minuti senza dannarsi piu di tanto per segnare. Pensavano che io fossi ammattito, in verità avevo solo paura”.
Lo stesso dittatore, uno dei piu sanguinari assassini, africano si premunì di far sapere ai componenti della squadra africana, che erano già state scavate delle fosse per loro.
La dignitosa paura
La dignità dei giocatori, e la paura che l’eventuale notizia, diventando di natura pubblica, potesse essere il motivo per scatenare comunque la rabbia del folle dittatore, li costrinse al silenzio, senza nemmeno cercare un accordo con i giocatori brasiliani.
Ora che Mwepu non c’è più, potrà essere ricordato e capito.
E quella punizione battuta al contrario non sarà più un simbolo di vergogna.
Ma solo il gesto tentato da un uomo disperato per salvarsi la vita.