Metterò una coccarda in campo nero quando ognuno di noi ne metterà una con scritto “Je suis Palestinese, Je suis Curdo, Je suis Armeno, Je suis Indios, Je suisTutsi, Je suis Kulaki..” e via dicendo.
Per il resto, visto e considerato che chi,giustamente, piange le vittime di oggi dovrebbe aver coscienza di tutte le altre vittime,di oggi come anche del passato, considero tali manifestazioni di partecipazione (con profili cambiati, coccarde a lutto e simili) come l’ennesima infelice moda, ne piu’ ne meno pretenziosa e pretestuosa come i lucchetti di mocciana memoria.
Ciò al netto del rispetto delle vittime di qualsiasi etnia, religione o orientamento sessuale, perchè ogni vita umana persa riguarda tutti noi e ci impoverisce.
Proprio per questo, osservare il proliferare di coccarde in determinati casi da un lato e il silenzio assordante in altri accadimenti dall’altro, mi fa considerare che è solo il clamore mediatico e l’onda di voler apparire che determina il valore di una morte.
Molti di quelli che oggi si mettono una coccarda con sopra scritto “Je suis gay” probabilmente non avrebbero consentito ad un proprio figlio di entrare in quel locale,parliamoci chiaro. Oppure vorrei conoscere la loro posizione quando si parlava di unioni civili.
Molti di quelli che ieri mettevano una coccarda “Je suis Charlie” oggi non metterebbero quella “Je suis gay”, perchè certi temi è meglio non affrontarli.
E la morte non può avere un valore, ne essere classificata, ne essere motivo di vanteria.
Altrimenti ascriviamoci una sola maglietta, una sola coccarda, un solo profilo: “Je suis un hypocrite”!