Se non il re, probabilmente sono uno dei principi dell’astensionismo!
Da quando ho maturato il diritto/dovere del voto mi sono sempre rifiutato di votare chi un giorno avrebbe potuto consigliarmi di non esercitare questo strumento di democrazia.
Che, voglio comunque ricordare, al meglio della sua espressione è una tirannide controllata.
La mia esperienza di voto politico si riduce alle ultime nazionali (M5S al senato, Ingroia alla Camera) e alle europee (fortemente Tsipras, e ancora non sono pentito).
Sull’ isola dove abito e le sue tematiche politiche stendiamo un velo pietoso, visto che è d’uso la proprietà commutativa, la quale afferma che cambiando l’ordine degli addendi (quindi lo schieramento politico o le facce) il risultato (cioè il mal servizio) non cambia
Differente comportamento invece ho seguito per i referendum: li ho sempre sentiti come il vero strumento democratico, anche se poi, devo ammetterlo, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (sarà il destino?), dato che una scappatoia per disattendere il volere del popolo quei miserabili, che rifiuto categoricamente di votare, sistematicamente la trovano.
Rimango però fortemente convinto che il referendum sia l’unica arma ancora in potere del cittadino in quanto con esso non delega altrui persona a decidere se non se stesso, traendone tutte le responsabilità della propria scelta nel segreto della cabina.
Per questo, quando un pagliaccio toscano e una lota partenopea, invitano ad andare al mare, io invito tutti quanti voi, che votiate in una maniera o nell’altra, a ricordarvi che il loro invito è rivolto a quelle stesse persone che il tempo l’hanno sì perso,ma nello scegliere una classe politica inadeguata precedentemente.