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Thomas Sankara, il “Che” africano

Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso dall’agosto del 1983 al 15 ottobre del 1987, è uno di quei personaggi di cui pochi, sopratutto i giovani, conoscono l’esistenza. Eppure è importante rammentare a tutti chi è stato e quanto la sua scomparsa abbia pesantemente inciso sui ritardi nella crescita civile, democratica ed economica dell’intero continente africano. E oggi ne paghiamo i danni!

Un “intralcio” al mondo occidentale.

La storia recente dell’Africa ha nella morte di Sankara  il punto di non ritorno, il bivio dal quale si è dipanato il corso degli eventi dell’intero continente.  Si dirà, ma è stato presidente solo 4 anni? Infatti , sarebbe la risposta, come poteva durare a lungo uno così? Sankara (che potrebbe considerarsi il Che Guevara africano) aveva cambiato nome al suo paese, da Alto Volta a Burkina Faso (la terra degli uomini integri) e non perdeva occasione per esprimere il suo pensiero, evidentemente di disturbo ad altri paesi come quelli civilizzati e occidentali : “Ci hanno prestato i soldi gli stessi che ci hanno colonizzato. E allora, cos’è il debito se non un neocolonialismo governato dai paesi che hanno ancora ‘pruritì imperiali?. Noi africani siamo stati schiavi e adesso ci hanno ridotto a schiavi finanziari. Quindi, se ci rifiutiamo di pagare, di sicuro non costringeremo alla fame i nostri creditori. Se però paghiamo, saremo noi a morire. Quindi dobbiamo trovare la forza di dire a costoro guardandoli negli occhi che sono loro ad avere ancora debiti con noi, per le sofferenze che ci hanno inflitto e le risorse immani che ci hanno rubato”. Vi ricorda qualcosa, riportando il tutto ai giorni nostri? Sentite aria di un fastidioso déjà vu?sankar2

Posizioni estreme  di un uomo estremo

In un discorso tenuto ad Addis Abeba, in Etiopia, suggerì l’istituzione di un nuovo fronte economico africano che si potesse contrapporre a quello europeo e statunitense.
Inoltre cercò di convincere, invano, gli altri capi di Stato africani a rifiutarsi di saldare i debiti con gli Stati Uniti e i paesi europei, poiché era convinto che i soldi da restituire agli altri Stati potevano essere reinvestiti in riforme sanitarie e scolastiche.
Durante un suo discorso all’ONU il 4 ottobre 1984, avanzò la richiesta di sospensione di Israele e di espulsione del Sudafrica dalle Nazioni Unite, che all’epoca deteneva in prigione Nelson Mandela.sankara4

Il programma politico di Sankara comprendeva soprattutto il miglioramento delle condizioni delle donne.
Sankara assegnò a numerose donne il ruolo di ministro e le cariche militari, cosa rara in Africa. Incoraggiò, inoltre, le donne a ribellarsi al maschilismo e a rimanere a scuola in caso di gravidanza.
Sankara fu inoltre uno dei primi a mettere in guardia la popolazione dai rischi dell’AIDS, invitando i compatrioti a prendere dei contraccettivi per evitare eventuali sieropositività.  Abolì la poligamia e vietò l’infibulazione.
Sul piano della politica interna fece costruire la ferrovia del Sahel, che tuttora collega Burkina Faso e Niger, la principale arteria di comunicazione del Paese, successivamente ampliata.
Fornì due pasti e cinque litri d’acqua al giorno a ciascun cittadino burkinabé, fornendo assistenza sanitaria e una massiccia campagna di vaccinazioni, incentivò la costruzione di scuole ed ospedali, promosse una campagna di rimboschimento (10 milioni di alberi vengono piantati per contrastare l’avanzata del deserto), la ridistribuzione delle terre ai contadini, la soppressione delle imposte agricole, e creò un Ministero dell’Acqua, con funzioni ecologiche.
Diede il via ad un imponente campagna per la riduzione della spesa pubblica, composta anche  da una drastica lotta alla corruzione, togliendo numerosi privilegi a politici e militari,partendo dalla riduzione delle “auto blu“. Si tagliò inoltre lo stipendio, arrivando a guadagnare meno di 500 dollari  al mese. Molte volte era costretto a chiedere prestiti ai familiari poiché non aveva denaro!

Un sogno per lui, incubo per altri.

Di Sankara  rimane il suo coraggio, la sua vitalità rivoluzionaria nel voler cambiare volto all’Africa, il suo pragmatismo maturato nella carriera militare e la sua incerta dimestichezza con la diplomazia. Un uomo vero, ma prigioniero della  morsa tremenda e implacabile  degli interessi rapaci dei potentati economici internazionali che, oggi come alloram continuano a depredare il continente con la complicità di leadership locali. Sankara ebbe la grande colpa, agli occhi dei poteri occulti,  di far credere che  l’equilibrio post coloniale potesse essere messo in discussione. Per di piu’ da un paese piccolo, il Burkina, privo di risorse naturali, mai preso di mira da nessuna potenza! E se ci fosse riuscito il piccolo Burkina, cosa sarebbe successo nel restante continente africano?  sankara3

Eliminare Sankara!

Questa situazione non poteva durare a lungo. Dopo numerosi attacchi al presidente francese Mitterand, reo di appoggiare il governo di Pieter Willem Botha in Sudafrica, e dopo aver rifiutato l’appoggio militare a Charles Taylor (mercenario assassino), Sankara venne ucciso il 15 ottobre 1987  in una sorta  colpo di Stato “soft” organizzato dal’ex-compagno d’armi e collaboratore Blaise Compaoré con l’appoggio di Francia, Stati Uniti d’America e militari liberiani.

La tesi più accreditata, sostenuta da un testimone oculare, è che Sankara e Compaoré la sera dell’uccisione stessero discutendo animatamente intorno ad un tavolo, con il presidente che accusava il collaboratore di essere un traditore. Improvvisamente, Compaoré avrebbe preso il suo revolver e avrebbe sparato due colpi, mortali, al petto di Sankara, che si sarebbe accasciato senza vita sulla sedia. Compaoré ha sempre negato questa versione dei fatti, affermando inizialmente che quel giorno era malato e che ad uccidere il presidente fosse stata un’altra persona, salvo poi ritrattare, affermando che fu lui ad uccidere Sankara, ma che il colpo partì accidentalmente dalla pistola.
A Thomas Sankara venne data sepoltura in fretta e furia la sera stessa della sua morte. La sua salma riposa a Dagnoën, dentro una tomba sbrecciata e senza fiori, in un quartiere nella zona orientale di Ouagadougou.

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