Articolo tratto da http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/10/Cosi_sgozzammo_gli_italiani_Algeria_co_0_9711108305.shtml
Una testimonianza raccolta dal settimanale inglese Observer apre inquietanti interrogativi sulla fine dei sette marinai
” Cosi’ sgozzammo gli italiani in Algeria “
Agente segreto pentito: fu una strage di Stato per incolpare gli islamici
Una testimonianza raccolta dal settimanale inglese Observer apre inquietanti interrogativi sulla fine dei sette marinai “Cosi’ sgozzammo gli italiani in Algeria” Agente segreto pentito: fu una strage di Stato per incolpare gli islamici Il sangue dell’Algeria comincia a parlare. E’ il momento di testimonianze che emergono dal profondo di una guerra civile che dal ’92 ha fatto piu’ di 70 mila morti. Una di queste voci, dalle pagine del quotidiano britannico The Observer, rivela: i sette marinai italiani sgozzati in un porto algerino nel ’94 sono stati uccisi dalle squadre della morte del regime, che ha poi incolpato gli islamici. I fronti della sporca guerra d’Algeria sono confusi, i margini tra le parti ormai grigi e slabbrati. Lo dimostrano le parole di “Yussuf”, per 14 anni membro dei servizi segreti militari algerini e ora in cerca di asilo politico a Londra, pubblicate ieri da The Observer: le bombe che nell’estate del ’95 fecero strage e terrorizzarono Parigi sarebbero state collocate dai servizi segreti di Algeri, dice “Yussuf” (un nome di copertura); e anche i sette marinai italiani sgozzati l’anno prima nel porto di Jenjen sarebbero vittime “del potere”. Identico, secondo Yussuf, lo scopo: l’orrore avrebbe dovuto unire l’opinione pubblica europea contro l’integralismo islamico. La strage degli italiani fu scoperta il 7 luglio ’94: i loro corpi giacevano nel sangue, le gole squarciate da lame secondo un rituale che il governo algerino indico’ come chiaramente opera degli integralisti musulmani. Il Fronte islamico di salvezza (messo fuorilegge quando nel gennaio 1992 stava vincendo le elezioni politiche) nego’ tuttavia ogni responsabilita’, accusando a sua volta il regime di uccidere i residenti europei in Algeria per sollecitare aiuto ai governi occidentali. La “Lucina”, un mercantile della compagnia di navigazione “Sagittario”, era partita dal porto di Cagliari quasi un mese prima con un carico di duemila tonnellate di semola. I marinai, cinque campani e due siciliani, vennero sgozzati nella notte. L’armatore Massimo Cellino (tra l’altro presidente del Cagliari Calcio), sconvolto, commento': “Non avevamo mai ricevuto minacce”. Gli italiani – nella ricostruzione di The Observer – erano un obiettivo ideale: in quei giorni le grandi potenze occidentali erano riunite nel vertice G7 a Napoli, cassa di risonanza perfetta per esibire al mondo la brutalita’ degli integralisti islamici. Lo scoop del giornale inglese era stato preceduto da un’altra testimonianza, anch’essa proveniente da Londra, pubblicata dal quotidiano francese Liberation. Un disertore dell’esercito raccontava di aver visto militari vestiti da integralisti levarsi finte barbe da oltranzisti islamici, mentre i loro pantaloni e i loro coltelli erano imbrattati di sangue. Una terza voce, questa raccolta dal settimanale francese L’Evenement du Jeudi, ricostruisce un caso di segno opposto, l’infiltrazione di una centrale di polizia da parte dei Gruppi islamici armati, che furono in grado di reclutare il commissario del quartiere di Fontaine – Fra – iche, ad Algeri. Dopo la scoperta che il commissariato che guidava era in realta’ un covo di terroristi, il poliziotto fu trovato ucciso, crivellato di colpi dai ninja, gli agenti speciali. La ricostruzione offerta da Yussuf sulle colonne di The Observer immerge la guerra civile algerina nella luce omogenea e terrificante di una pianificata strategia di regime, in cui i veri burattinai sono i vertici della polizia: secondo Yussuf, Mohammed Mediane, capo dei servizi segreti, e il generale Smain Lamari, capo del controspionaggio. “Il presidente Zeroual e’ solo la ciliegina sulla torta”. Non solo: “I Gruppi islamici armati sono il puro e semplice prodotto del servizio segreto di Smain Lamari. Sono stati infiltrati e manipolati dal governo”. Un’affermazione che, riporta The Observer, e’ stata confermata da un diplomatico algerino rifugiatosi a Londra. I massacri di civili sarebbero quindi in grandissima parte opera di veri e propri squadroni della morte creati gia’ nel 1992 e gestiti dalle alte gerarchie militari. Quanto alle bombe di Parigi, architetto dell’operazione sarebbe stato – secondo Yussuf – il colonnello Souames Mahmoud, capo dei servizi segreti all’ambasciata algerina in Francia. Yussuf sostiene poi che il regime algerino nasconde per conto del dittatore iracheno Saddam Hussein materiale per la produzione di armamenti e tecnologie belliche nucleari, chimiche e biologiche. Il ricorso alla tortura da parte della polizia, inoltre, e’ sistematico. E se tutti gli osservatori concordano nel considerare che l’impasto tra violenza e interessi economici e’ l’anima del conflitto algerino, il testimone sostiene che il regime corrompe “abitualmente” poliziotti europei, giornalisti e parlamentari. “Consegnai una borsa con mezzo milione di franchi a un deputato francese con forti legami con i servizi segreti di Parigi”, dice Yussuf. No comment dal ministero dell’Interno francese.