La storia porta sempre i suoi conti. Eliminare o quasi il suo debito di guerra, costruire un muro che dividesse Berlino e una nazione in due parti per poi riunirle di nuovo sono stati errori plateali di buonismo e cinico affarismo. Il muro andava costruito non per dividere una città e una nazione ma intorno alla nazione stessa, da secoli guerrafondaia e con mire espansionistiche. Il suo debito non andava ridotto o altro ma, nell recinto di quel muro e cadenzato dal famosso “Arbeit Macht Frei” (il lavoro rende liberi) sarebbe dovuto essere ripagato con le ricchezze di quel paese a scapito della fatica,del sangue e del sudore di un popolo che ha fatto finta di non vedere e non sentire e, sopratutto, non voler capire l’odore di carne bruciata che saliva dai forni crematori o il dolciastro del gas che fuoriusciva dalle “docce”, ma che nel frattempo si arricchiva anche con i denti d’oro strappati dalla bocca di povere vittime. Oggi, quegli errori si ripercuotono sul resto di un continente che ancora una volta è diviso dall’arroganza di questa nazione. Se la storia, nel suo essere ciclica, ci insegna qualcosa, ecco, allora speriamo di non fare lo stesso errore con il mglior allievo della Germania: Israele.