Questo libro raccoglie tutte le lettere – alcune sono state pubblicate dal Corriere della Sera, altre no – che l’autore scrisse prima da Orsigna, poi da Firenze, dal Pakistan e dall’Afghanistan
ed infine dall’India nell’arco dei quattro mesi successivi allo scoppio del conflitto in Afghanistan. Il tutto nasce all’indomani dei tragici fatti dell’11 settmbre 2001, quando Terzani scrive una lettera per il Corriere della Sera, intitolandola “la buona occasione”. In essa va controcorrente rispetto alle considerazioni del momento, derivanti anche dall’emozionalità della situazione.Terzani propone un nuovo punto di vista, alternativo e quasi “sacrilego”, chiedendosi se tutto ciò non fosse stato evitabile cercando di capire prima gli “altri”.Perché questa è la chiave della comprensione senza la quale non può esserci giudizio, né rabbia né orgoglio. In questo va contro la tesi della Oriana Fallaci che proprio in quei giorni scrive,per l’appunto, “la rabbia e l’orgoglio”.Terzani fa una lucida analisi, tramite testimonianze in prima persona, costruite da anni di viaggi e reportage nella realtà medio orientale e asiatica, arrivando alla conclusione che è necessario urgentemente un ripensamento del complesso paradigma di equilibri che governano i rapporti tra il sistema occidentale e l’ambiente in cui opera, liberandoci da complessi rapporti con poteri piu o meno occulti, interessi di lobby economiche che si avvantaggiano di un mondo sempre in guerra, dottrine religiose e politiche che hanno vantaggi a lasciar eil mondo in uno stato di perenne condizionamento ideologico. Dopo quasi 15 anni da quel fatidico giorno io credo che, alla luce di quanto stia succedendo oggi, la visione di Terzani abbia avuto ragione sulla rabbia della Fallaci alla quale però sembra indirizzata la nostra ideologia. Ed è facile credere, allora, che altri dolorosi 11 settembre dovremo vivere,senza averne però due grandi, come la Fallaci e Terzani, a scriverne