Due poliziotti. Due divise. Due persone.
Come erano due i carabinieri “violentatori”.
Solo che i primi, un uomo e una donna, erano quelli “buoni”.
Di quelli che, come tanti, si alzano al mattino per adempiere al loro dovere, un bacio ai figli e ai consorti e via, sperando di poterli rivedere la sera.
Mentre quegli altri erano i “brutti, sporchi e cattivi”.
Di quelli che si alzano al mattino e speri di non trovare mai sulla tua strada che poi può diventare la stessa percorsa dalle due studentesse americane, ma anche dagli Aldrovandi, dai Cucchi, dagli Uva.
Ma dei primi due, i “buoni”, morti in un tragico incidente fatale, mentre correvano incontro ad una rissa per salvare forse vite, senza sapere che invece correvano incontro alla fine della loro, non importa niente o poco a nessuno.
Qualche titolino in televisione e sui media e via così.
Non portano acqua alla causa della “distrazione di massa”
A noi interessano quelli “brutti, sporchi e cattivi” che lavano l’onta dell’ennesimo caso di integrazione mal riuscita ( o inesistente) della quale siamo colpevoli più che degli stessi violentatori.
Che sono corsi in soccorso delle fallaci teorie del 57% di stupratori italiani e di casi in famiglia di violenza sessuale.
Che sono corsi in soccorso, per i media, i politici, i buonisti del cazzo, di quelli che dichiarano che “un migrante non può conoscere bene le leggi sulla violenza sessuale”.
Mentre i secondi, quelli “buoni”, forse, in quella folle corsa in auto risoltasi tragicamente, stavano correndo anche in aiuto di quelli “brutti, sporchi e cattivi”, per dimostrare che a volte sbagliano, ma sono uomini anche loro.
Come Guerlin Butungu e il suo folle branco. Come il violentatore bengalese di Roma.
Richiedenti asili che non hanno dato mercé alle vittime.
Carabinieri “brutti, sporchi e cattivi”, da sbattere in prima pagina per distogliere l’attenzione da migranti “ignoranti”.
Uomini, migranti e carabinieri, sbagliati, al posto sbagliato, nel momento sbagliato, per un motivo sbagliato.
Carabinieri “buoni”, da ignorare semplicemente perché facevano il loro mestiere.
Che sarà mai?