Horace Greasley, morto il 4 febbraio del 2010, all’età di 91 anni, detiene un record unico tra i prigionieri di guerra della Seconda Guerra Mondiale con ben 200 tentativi di fuga dai campi di prigionia.
Se vi sembrerà notevole il numero di fughe è semplicemente perché ogni volta lui tornava, se non spontaneamente, quasi!
E ancora piu’ strano il motivo di così tante fughe, che non è ascrivibile alla sola volontà di tornare fra le proprie linee o a casa.
Nossignore, Horace faceva tutto questo per amore!
Infatti, fatto prigioniero nel 1940, aveva una storia d’amore con una ragazza tedesca del vicino paese, Rosa Rauchbach, figlia del direttore della cava di marmo adiacente il campo di concentramento di Lamsdorf, dove Horace era stato tradotto.
L’esigenza di evadere fu sentita da Horace quando venne trasferito in un campo più lontano.
Ma ne lui, ne Rose volevano rinunciare alla loro storia.
L’unico modo per portare avanti la storia d’amore era quello di uscire dal suo campo.
Dalla Slesia, c’era poca speranza di scappare per far ritorno in Gran Bretagna.
Il paese più “vicino” era la neutrale Svezia, ma distava ben 420 chilometri a nord.
Forse per questo motivo le guardie tendevano ad essere negligenti, i tedeschi infatti, consideravano i fuggiaschi come aspiranti suicidi.
Greasley aveva calcolato che le assenze di breve durata, potevano essere mascherate o addirittura passare inosservate. I messaggi tra lui e Rosa venivano spesso consegnati dai membri dei partiti di lavoro esterni.
Il contributo di Rosa era determinante per la vita di tutto il campo, di nascosto dalle sentinelle, la donna riusciva a fornire pacchi di cibo e piccole attrezzature ai prigionieri.
Grazie al suo coraggioso aiuto infatti, i tremila prigionieri del campo potevano ascoltare le notizie diffuse dalla Bbc con una radio di fortuna, costruita con le attrezzature fornite da Rose.
Greasley fu tenuto prigioniero, a lavorare per i tedeschi nelle cave e nelle fabbriche, per cinque anni, ed venne liberato il 24 maggio 1945. Mantenne la corrispondenza con Rosa anche dopo la fine della guerra.
Famosa (ma anche controversa, in quanto alcuni sostengono che il soldato in foto sarebbe un russo) è la fotografia scattata durante un ispezione al campo, in cui vengono ritratti: Heinrich Himmler, capo delle SS e Greasley, che magro vicino alla recinzione sta di fronte a lui, i due si guardano con tono di sfida.
Nel suo libro autobiografico “Do The Birds Still Sing In Hell? (2008)”, una sorta di memoriale riferito al periodo della propria prigionia, Greasley racconta dei dettagli circa la sua storia d’amore segreta che hanno quasi dell’incredibile.
Ma mentre il libro è descritto come un “romanzo autobiografico”, la storia è stata ampiamente confermata al suo debriefing MI9 da ufficiali dei servizi segreti, già a partire dal dopoguerra.