La caduta
Il risultato netto del referendum costituzionale, l’alta affluenza di votanti che hanno partecipato, sono i chiari segnali che il voto è stato non solo politico, ma sull’uomo, quasi ad personam.
L’unico responsabile di ciò, e di quanto avverrà dopo, in termini di instabilità politica e finanziaria, è proprio l’uomo che gli italiani hanno deciso, a stragrande maggioranza, di mandare a casa.
Parliamo di Matteo Renzi, certo,l’assoluto megalomane dell’ultima nostra vita politica.
Un presuntuoso che ha creduto che passare dalla Ruota della Fortuna ad essere prima Sindaco, poi segretario di un partito alla deriva e poi Presidente del Consiglio, lo ammantasse, di fatto, dell’aurea di nuovo Kennedy (anche un pò per colpa nostra, diciamolo, che l’abbiamo visto, da subito come il nuovo che avanza, la nostra ennesima ultima ancora di salvezza!) della politica italiana.
Senza averne la capacità, la storia ( in effetti, in comune, i due hanno gli intrallazzi familiari poco chiari), e persino lo charme fisico.
Favorito e ingannato da un iniziale consenso schiacciante alle europee, dovuto al fatto che molti italiani hanno visto in lui qualcosa di nuovo, esausti di una vecchia classe politica inservibile e corrotta, Renzi ha voluto comunque ritagliarsi il ruolo alla Kennedy, piu’ o meno consapevolmente.
Certamente alla sua maniera, spesso italiana, del tutto cialtronesca!
Ha voluto la sua Marylin Monroe, nei panni di Maria Elena Boschi, non per sé, ma offrendola a visione di un popolo che credeva di governare con le tre “f” (feste, farina e forca) di borbonica memoria, tramite slide e twitter.
Pensava che un bel visino, un bel seno e curve al punto giusto potessero ammansire un popolo gregge, sostituendo le due cose più importanti, per un politico: cuore e cervello!
Cose che la vera Marylin, a dispetto delle apparenze, aveva!
Nel suo delirio di onnipotenza si è procurato anche il suo Lee Oswald, sotto forma di referendum su una riforma costituzionale pasticciata ed incomprensibile.
Pensava, similmente a Kennedy nella sua auto scoperta, di essere invulnerabile, senza considerare, però, che stavolta, a premere il grilletto di una arma da lui creata, era lui stesso.
Insomma, credeva di essere Kennedy, ma, se il suo egocentrismo non gli avesse impedito di guardarsi allo specchio, si sarebbe accorto di essere,al contempo, Lee Oswald.
Talmente megalomane, presuntuoso, arrogante ed incapace di capire che, persino nel suo ultimo atto, ha continuato a narrare di un fantastico mondo di Oz, dove credeva di aver rinchiuso gli italiani.
Si è addossato le colpe, direte. E cosa altro poteva fare se, lui stesso, nella sua presunzione, già un anno fa si era ascritto i meriti di una vittoria che riteneva ineluttabile? Chi lo aveva , per prima, personalizzato il voto?
Ancora stanotte ha affermato che “non credeva di essere tanto odiato”, dimostrando il suo scollamento tra la realtà dei fatti e la sua superbia.
Che ancora ieri non gli ha permesso di chiedersi come sia mai riuscito, in soli due anni, a farsi odiare più di Berlusconi in un ventennio!
Megalomane nel voler acquistare un nuovo aereo di stato, per le sue passerelle, lui che affermava di voler combattere gli sprechi.
Renzi che, partito dal voler essere Kennedy, si è ritrovato ad essere Charlie Chaplin, nella parodia del “il grande dittatore”, con l’abuso della fiducia, tramite ricatti e forzature, sui suoi disegni di legge.
Renzi che ha dimostrato di esser abile a passare dalla “Ruota della Fortuna” ad “OK, il prezzo è giusto” con la vendita populista su Ebay delle auto blu.
Renzi che ha elargito mance elettorali a più non posso; costruito, con la bocca, ponti sugli stretti mentre natura e inefficienza facevano crollare, purtroppo, ben altro.
Renzi che , da sinistra, ha distrutto lo stato sociale dei lavoratori, vantandosi di aver aumentato le assunzioni, togliendo diritti e alzando voucher.
Certo, dal suo punto di vista, è come se la schiavitù fosse piu plausibile, se invece delle catene, gli occidentali si fossero proposti ai nativi con una proposta scritta del tipo “vieni a lavorare da me 24 ore al giorno, per una ciotola di riso e un cofano di nerbate, e se la tua donna ti è di peso, me la porto a letto io”!
Renzi che discuteva della legge Fornero, salvo poi inventarsi il mutuo per andare in pensione.
Renzi che si inventa un pasticciato concorsone per le scuole, si pavoneggia di scuole ristrutturate, mentre intorno a lui le stesse crollano e gli insegnanti di sostegno vengono diminuiti.
Renzi dei soliti, continui, tagli lineari alla sanità, degli aiuti alle banche truffatrici , che trovano la loro massima apologia finanche nel dogma ” se i correntisti dimostreranno di essere stati truffati, verranno risarciti”.
Renzi dei tweet, delle slide, delle bandiere prima messe e poi tolte a dispetto di portaerei utilizzate per “spararsi la posa”, malato di annunciate e presenziate.
Renzi che ha creduto che Palazzo Chigi, e in generale ogni occasione, fosse il palco per il suo personale ” One Man Show”.
Renzi che pensava , ieri, di ritrovarsi come Kennedy, con una Marylin che gli cantasse “Happy Birthday” alla sua riforma, e invece si è ritrovato con un popolo che gli ha intonato il ” De Profundis”.
Eppure, di schiaffi (Roma e Torino alle comunali) e avvertimenti per capire e risvegliarsi dal suo sogno , ne aveva avuti!
Ma niente, la sua arroganza lo ha accecato oltre ogni umano perseverare!
Renzi che fugge, dove aver rotto il vasellame, senza prendersi i cocci, traghettando questo governo ad una riforma elettorale che permetta agli italiani di rivotare. Se ci sarà instabilità, politica e finanziaria, sarà dovuta a lui, non al popolo che ha votato, per quanto fatto prima e durante, e omesso dopo!
Se proprio ha creduto di essere il nuovo Kennedy, si ritenga essere fortunato di essere al contempo il suo Lee Oswald!
Contrariamente ad altri, credo che la sua carriera politica sia terminata.
Non leggo, in quel 40% di votanti sì, un voto a lui, ma un voto di paura, di ricatto, di assuefazione a mancette elettorali.
Un voto molto più di pancia del No, perché il vero populismo l’ha profuso , a piene mani, Renzi nascondendo, dietro ad un paio di centinaia di senatori in meno ed a un caffè al giorno di spese politiche risparmiate, la vera essenza di questa pasticciata riforma.
Un voto che non si ripeterà, perché Matteo “Kennedy” Renzi si è suicidato da solo, annegato nel mare del suo megalomane ed arrogante egocentrismo.
Non avrà neppure il favore del ricordo nella storia, alimentato, per il Kennedy reale, da tesi complottistiche e dubbi sulla sua morte.
E questo lo renderà inviso agli stessi poteri che lo hanno creato, portandolo da Mike Bongiorno a Sergio Mattarella, ma che, negli ultimi tempi, stavano già scaricandolo.
E che lui, credendo di abbindolare gli italiani, faceva finta di combattere.
Se c’è qualcosa da imparare, da questa storia, non per lui ma per tutta la sinistra italiana, è che sia ora, per la stessa sinistra, il tempo di smettere di farsi fotografare con Marchionne, Briatore e Farinetti, e ritornare a farlo con gli operai.
Come Berlinguer.
Lui sì scortato dalla sua gente, non come il Kennedy de noantri, scortato dalla sua sola megalomania.