scontri

La protesta e il manganello

Slogan scanditi da megafoni, bandiere che sventolano, mani unite o pugni alzati. La stessa disperazione per tutti.
Caschi,scudi in plexiglas, giubbotti , blindati dietro e l’amico di ogni giorno forse davanti. Lo stesso ordine per tutti.
Gli occhi si osservano a distanza cercando di capire chi si nasconde dietro quella visiera,cercando di riconoscere il volto familiare fra quella marea di persone.
Le parole volano attraverso la calca,soffocate da altre parole, ingabbiate nei rumori della piazza, rimbalzano su quegli scudi e tornano indietro da chi le ha scandite, vuote e sole .
I pensieri,quelli sembrano invece quasi palpabili. Sono lì, nella mente di ognuno,poliziotto o protestante. Ma viaggiano attraverso gli sguardi, penetrano nella mente l’uno degli altri quasi catturandosi a vicenda. Diventano vivi, reali e non c’è rumore, movimento,gesto che possa fermarli. Sono nell’aria e lì sono i veri padroni. Sembrano invulnerabili a tutto e a tutti. Ma non è così.
• “Io sono qui a protestare, perché pretendo che mi sia ridata la mia dignità di essere lavoratore, padre, figlio, marito..uomo”
• “ io sono qui perché ho il mio lavoro da compiere. Obbedisco a degli ordini. E se non mi piacciono ho imparato a farmeli piacere”
• “Non c’è l’ho con te, sbirro. Tu sei vittima quanto lo sono io. Unisciti a noi, siamo la stessa cosa anche se sembriamo su barricate diverse”.
• “ Dannazione a voi e alle vostre proteste del cazzo! Quando imparerete che non servono a niente! Che giornata di merda!”
• “ Ho una moglie e dei figli a casa..sono qui per difendere il loro futuro. Prima o poi capiterà a te di farlo. Vedrai, vedrai quando i tuoi padroni ti scaricheranno come un rifiuto. Allora sarai qui, con me, dallo stesso lato”
• “ Sì, protestate pure, branco di pecore! Che credete di ottenere? Pensate veramente che ad uno solo di quei capoccioni interessi qualcosa di voi? Tornatevene a casa! Non avete figli a casa che vi aspettano come i miei aspettano me?Andatevene a scopare le vostre mogli,come io farò stasera con la mia, terminato questo turno di merda che mi state regalando”
• “Io e te siamo due schiavi legati alla stessa catena, sbirro. Non te ne accorgi? Io mi spacco la schiena in fabbrica per pochi soldi, tu rischi la tua vita in mezzo alla strada per lo stesso compenso. Giuda fu considerato piu’ di noi!”

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• “ Al diavolo voi e loro! Cosa credete, che per noi agenti sia tutto rose e fiori? Manca poco che le auto di pattuglia le dobbiamo spingere a braccia! E gli stipendi poi! Puah, da fame! Tutto con il rischio di buscarmi una pallottola da un delinquente o una sassata da uno stronzo di voi!Andatevene!”
• “ Lo sai che da questo lato potrebbe esserci tuo padre, tuo figlio, tua moglie, un tuo amico? Come fai a non sentire il peso della scelta che stai facendo?”
• “Cribbio! Quello che piu mi urta è che tra voi ci potrebbe essere anche il mio vicino di casa o quello incontrato sul campo di calcetto. Magari un mio parente. E voi fate questo a me, infami? Io ho una divisa, perdiana! Ho un compito, un dovere da compiere per guadagnare quella miseria che mi permette di campare”
• “ Sei qui per impedirci di protestare. Sei qui pronto a scatenarti. Lo sappiamo bene. Ma come cazzo fai a sentirti un uomo? Invece di considerare delinquenti noi vai a prendere quelli veri! Vai a rompere i coglioni a quei rom che bazzicano nella stazione della metropolitana e che aspettano il fesso di turno per derubarlo invece di rompere le scatole qui a chi sta lottando anche per te!”
• “ Siete proprio un branco di idioti! Proprio non lo capite, vero? Credete che il fatto di essere italiani come noi, operai, magari anche brave persone vi possa rendere la giornata di oggi piu facile? Cavolo, sapessi che frustrazione quei turni di ronda dove se becchi l’idiota di turno al massimo gli dai uno scappellotto e lo devi subito rilasciare perché queste sono le leggi ed è inutile portarlo dentro oggi che domani è gia fuori.Invece qua, amico mio, qualunque cosa succeda siamo coperti e se ti spacco la testa è perché sei un dannato casinaro e te la vai cercando”
• “ Al diavolo te, la divisa che porti e quei porci che difendi. Ma proprio non capisci? Quanti Cucchi, Aldrovandi, Uva devono esserci per farti capire che sei solo un poveraccio come noi e che non è colpa nostra se per alcuni di voi indossare la divisa significa vivere in un Carnevale tutto l’anno? ”
• “ Divise come questa la indossavano quelli come noi che sono morti per mano delle mafie,con qualche pallottola o qualche kilo di tritolo come buonuscita a compenso di una vita e un lavoro di merda . Te lo ricordi l’imbecille di Genova al quale hanno dedicato persino un’aula a Montecitorio? Credi tu che noi si possa ancora sopportare queste cose? Immagina solo un momento la rabbia che ci attanaglia quando accadono stronzate come questa. Le budella si attorcigliano, il fegato scoppia e così succede che a volte si sbrocca, e di brutto! Perciò attento a te, tornatene a casa,perdio!”
• “Io sono qui, ora, e non sarai tu, testa di cavolo, a impedirmi di urlare la mia rabbia contro quei poteri che tu stai difendendo. Tu pensi di essere il lupo,ma non sei altro che l’ennesima pecora di questo sistema. E le pecore possono essere prese anche a sassate perché sono ottuse”
• “Al diavolo,è arrivato il momento che ti faccio capire chi comanda qui. Hanno dato l’ordine!Ora vedrai, pecorone, se non ti rimando nella stalla a te e tutto il branco di pecore che siete! Ora ti faccio assaggiare il manganello e poi vedi se non ti entra nella zucca che hai al posto della testa che devi rimanere al posto tuo”.
C’è solo una cosa che può fermare quel flusso di pensieri, che li può trasformare in solida realtà. Succede quando quella rabbia covata diventa furia cieca.
Allora le braccia si alzano per colpire: con sassi, sbarre, manganelli, lacrimogeni.
Teste rotte,labbra tumefatte, lividi sulla pelle. Abiti stracciati, persone trascinate a forza. Pianti, urla, imprecazioni mentre il manganello si alza e si abbassa , mentre le pietre volano e arrivano. Mentre il sangue si versa e si mischia.
E’ una battaglia ma non ci sono vincitori, solo vinti. O almeno i vincitori non sono lì, tra quelle persone. Ci sono, ti osservano dall’alto delle loro roccaforti costruite da leggi, privilegi,occasioni favorevoli costruite ad arte e parte. Là, laddove scorre il sangue di colui il cui ruolo, in condizioni normali, sarebbe proteggerti oppure il sangue di colui che dovresti proteggere sei terribilmente solo. Loro non sono lì,mai!
Alla fine termineranno le manganellate, le sassate. La strada diverrà permeabile al sangue e alle lacrime versate
Alla fine entrambi i vinti torneranno a casa . Gli uni con la loro disperazione , gli altri con la loro vita fatta di ordini da eseguire.

di Antonio Mattera

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